mercoledì 22 luglio 2009

Fish on the go!

Dati gli spettacoli gentilmente offerti dall'isola, che non ci hanno fatto rimpiangere la tv neanche per un momento (e detto da una teledipendente come me...), e data anche la stanchezza che prendeva dopo certe giornate a far su e giù dal mare, dagli scogli e dalle montagne, abbiamo spesso cenato a casa, in terrazza.
Siccome l'imperativo era riposarsi da tutto e da tutti, anche dai fornelli, mi ero ripromessa di tenere la cucina semplice: pasta col tonno, pomodori all'insalata, insomma, dieta quasi crudista :P
Poi fortunatamente i benevoli dei dell'isola, evidentemente nemici di ogni dieta, ci hanno fatto capitare vicino alla bella rosticceria "Ciaki Ciuka" e da allora le nostre cene non hanno avuto niente da invidiare a quelle al ristorante. Perchè "Ciaki Ciuka" è una classica rosticceria e molto di più. Offre dei buonissimi arancini, calzoni, primipiatti, bell'e pronti. Ma se avete un po' di pazienza Mariano vi cucina il pesce on-demand, ovviamente quello che offre il pescato.
Ma se siete ancora più bravi e magari vi ricordate di prenotare mentre andate al mare la mattina il pesce che volete mangiare la sera be'... allora avrete accesso al dentice all'elisir di uva zibibbo, alle occhiate alle erbe pantesche, al carpaccio di tonno, al cuscus di pesce alla pantesca (con il pesce intero e le verdure fritte), all'insalata di polpo...
E, se accettate un consiglio e non siete ancora troppo pieni, assaggiate anche il semifreddo al miele :D
Ovviamente sì, troverete anche il Ciaki Ciuka (pronunciato Sciaki Sciuka), pantesca rivisitazione della Ratatouille, un piatto semplice reso gustoso dalla bontà delle verdure locali. Un giorno scoprirò anche da dove deriva il curioso nome, direi di origine araba, di cui sospetto la parentela con la Sciasciuka (a proposito, provate la ricetta di Marcella, che è buonissima!!) anche se gli ingredienti sono totalemente diversi.
Ora, è vero che avevo deciso di non cucinare ma secondo voi potevo stare totalmente con le mani in mano? Diciamo solo che i prossimi occupanti del dammuso troveranno, tra le altre cose, degli artistici portacandele di... recupero.



P.S. Ci abbiamo provato in tutti i modi, a convincere Mariano e/o socia (di cui purtroppo non ricordo il nome!!) ad aprire una succursale a Bologna, magari in inverno, ma niente da fare, tocca imparare a cucinarlo, il pesce!! Magari così questo torna ad essere un vero food-blog, che dite?


Happy Hour, Pantelleria Style!

Non ho idea di come dovrebbe essere fatto un "vero" mojito, per cui vi posso solo dire che quello che fanno al Bar "U' Friscu Cafè" ci è piaciuto un sacco: la menta era ben pestata per cui in bocca sentivi i vari aromi, menta, lime, rum ed infine lo zucchero di canna da sgranocchiare per stemperare l'amaro del rum.
Ma non vi fermate lì, perche anche l'aperitivo della casa (succo d'arancia e passito) merita un assaggio, con il suo corredo di crostini al patè di capperi e di olive conzate.
E da ultimo, il bar offre dei buoni spuntini veloci (bruschettone, insalate, cose così) da gustare tra una spiaggia e l'altra. O anche da gustare più lentamente, cercando di capire se una certa rossa riuscirà a completare i 68 (o giù di lì) giri previsti. E niente paura, se proprio vi viene l'abbiocco verso il terzo giro come a me, il bar offre sempre dei libri da leggere, e un bellissimo giardino interno in cui rifugiarsi :)
Però pare che Pantelleria porti bene, era un po' che non salivano sul podio :D

Cosa va in onda stasera?

Lunedì c'erano le nuvole all'orizzonte, per cui il sole non si è visto mentre si tuffava tra le onde, ma in compenso ha colorato il cielo di un fucsia intenso.

Martedì era più nuvoloso, e il sole giocava a fare l'occhio di bue tra le nuvole, finchè si è tuffato, colorandole tutte di arancione.

Mercoledì era così sereno che all'orizzonte si stagliava netto il profilo della Tunisia.

Chi ha detto che i tramonti sono tutti uguali non è mai stato a Pantelleria.

martedì 21 luglio 2009

Non è una scusa

L'ho fatto anch'io e ora faccio outing e me ne vergogno. Si dice che i noccioli delle prugne/pesche/albicocche/[...] siano degradabili.
Non è una scusa per lasciarli dove capita.
Chi mi conosce sa che ho un attegiamento piuttosto morbido nei confronti del fumo: ognuno ai propri polmoni fa quello che gli pare. Appunto, ai propri. Ma lasci in pace la terra, si riporti a casa quelle maledette cicche. No, in riva al mare spesso non ci sono cestini, posaceneri, e simili.
Non è una scusa.
Non capisco perchè sia normale, per chi passeggia in montagna, riportarsi indietro la propria spazzatura e non lo possa diventare anche in riva al mare. Troverete sempre qualcuno che si comporta peggio di voi, certo.
Ma non è una scusa.
Niente merita di essere deturpato da mozziconi di sigaretta, buste di plastica e altre dimenticanze, e questo sugli scogli quasi incontaminati di Pantelleria salta, forse, più dolorosamente agli occhi.
Sono una persona mediamente tollerante, ma sui proprietari dei mozziconi di sigaretta che galleggiavano al laghetto delle Ondine ho invocato i proverbiali fulmini di padre zeus.
Cari turisti (e non), non c'è scusa per lasciarvi indietro le vostre monnezze, nè qui, nè altrove.

Neanche in paradiso......

...tutte le ciambelle riescono col buco, quindi eccomi qui a dover scrivere una recensione non troppo positiva. Siamo andati a mangiare al ristorante "La Vela" di Scauri, anch'esso consigliato dalla guida delle osterie. Il ristorante si trova proprio a ripa di mare (tra i tavoli e le onde c'e' giusto una rampa in cemento per tirare in secca le barche dei pescatori, per intenderci) e ha un aspetto molto rustico, al limite del trasandato, ma non si cerca sempre l'eleganza a tutti i costi.
Non avevamo prenotato, ma sembra non essere un problema, almeno inizialmente. In realta', poi, viene qualcuno a prendere le ordinazioni di acqua e vino buoni 10 minuti dopo.
Pane, vino (su consiglio del gestore un Angimbè della cantina Cusumano, veramente buono, quindi tralasciamo che non si sceglierebbe il vino prima di sapere cosa ordinare da mangiare) e acqua arrivano quasi subito. Un po' di attesa ancora e finalmente arriva il vassoio di pesce da cui scegliere il secondo e optiamo per due triglie e un piccolo sarago da fare alla griglia. Ordiniamo anche l'antipasto (zucchine in agrodolce e panelle) e il primo (spaghetti ai ricci di mare e spaghetti con calamari e pomodori secchi).
L'antipasto arriva abbastanza celermente ed è ottimo, quindi rimaniamo in attesa del primo. Il gestore passa un paio di volte a chiedere se va tutto bene, e rispondiamo cortesemente di sì anche se i minuti si accumulano. Sulle prime non ci facciamo troppo caso: se i primi di pesce sono cucinati al momento come dovrebbe essere, un po' di tempo ci vuole. Quando passa per la terza volta (è già passata mezz'ora) a chiedere se va tutto bene, siamo tentati di chiedere che fine abbiano fatto i nostri primi. Dopo qualche minuto arriva una gentile cameriera che ci chiede soavemente se avessimo già avuto l'antipasto, al che ci sentiamo un po' presi in giro.
Finalmente arrivano i primi (a quaranta minuti dall'antipasto, quando ormai la fame era già bella che passata) e portano qualche segno di cucina frettolosa: i miei spaghetti ai ricci di mare sono ottimi ma sono esageratamente al dente (e per dirlo io, che la mangio molto al dente!!) mentre il sugo dell'altro primo sa un po' di bruciato.
L'attesa per i secondi non è così estenuante, ma il cuoco esagera un po' a decorare il piatto con il dolcissimo elisir di uva zibibbo che copre un po' troppo il buon sapore dei pesce grigliato. Il pesce comunque è freschissimo e anche la caponata di contorno è ottima.
Che dire, forse le altre esperienze pantesche ci hanno troppo viziato, forse siamo difficili noi, forse abbiamo semplicemente sbagliato serata ma La Vela non ci ha entusiasmato, e anche il conto di 40 € a testa sembra un po' caro, anche perchè non era motivato in nessuno modo, mentre il pesce al vassoio si paga a peso, quindi il minimo penso sia indicare in conto il peso di quanto mangiato (e due triglie e un sarago piccolo non credo pesino granchè...).
E infine, no, il ritardo per loro non era ritardo: vi siete passati una bella serata in riva al mare, ci hanno detto. Suggendo i succhi gastrici, ma in riva al mare, vuoi mettere?

Mezzo kilo di musica!

Possedendo il senso musicale di una ciabatta, ritengo pura e semplice magia quella di riuscire a ingarrare due note in fila. Mi lascio, inoltre, facilmente trascinare da chi mostra di amare quello che fa, divertendosi pure, lo fa bene, non se ne vanta, e riesce anche a non prendersi troppo sul serio.
Non mi lancio, dunque, in critiche musicali, vi dico solo che mi è piaciuto il concerto del "Quint'etto" ascoltato all'ombra del castello di Pantelleria. Se capitate da queste parti, non vi fate sfuggire gli altri appuntamenti della rassegna musicale che porta la musica un po' ovunque, d'estate, nell'isola.


Effetti speciali

Seguendo la strada che porta alla montagna grande da Scauri, si arriva in località Zighidì. Alla vostra destra si aprirà la vista sulla bellissima Valle di Monastero.
La Valle di Monastero non è solo bella, ha qualcosa di strano, come fosse finta. Quando l'ho vista non ho potuto fare ameno di pensare alla Terra Selvaggia dell'universo Marvel, o a qualche popolo misterioso scoperto da Zio Paperone dentro ad un montagna (che alti riferimenti culturali eh??). Insomma, come una cosa che non dovrebbe esserci e invece c'è. Questo perchè, quando uno dice "valle" si immagina un posto che digradi dolcemente verso il basso, e poi magari risalga dall'altra parte. Insomma, neanche un altopiano è perfettamente piatto.
E invece eccola lì, mentre spingiamo Scecchino su per una salita ripidissima, temendo fortemente che stavolta non ce la faccia, improvvisamente, all'interno dei confini di un antico cratere, si presenta questa spianata perfettamente piatta, talmente livellata da parere artificiale, mentre è solo antica (e fertilissima) lava raffreddatasi in tutta tranquillità all'interno del cratere di un vulcano di... discrete dimensioni.
Sì, abbiamo osservato a lungo la valle: la cartina riportava la presenza di tombe bizantine da qualche parte, che non siamo stati capaci di trovare. Sarà per la prossima volta :)

Ristorante La Nicchia

Recita un adagio che fritto e' buono tutto. Penso si possa dire la stessa cosa di tutto cio' che e' affumicato. Di certo, con buona pace degli svedesi e di tutto cio' che risale la corrente, il pesce affumicato piu' buono e' il pescespada.

Se non mi credete, andate al ristorante "La Nicchia" a Scauri e ordinatelo come antipasto, magari facendolo seguire da un crudo di gamberi al vino zibibbo, dai paccheri con tonno e pomodorini, dagli spaghetti gamberi e bottarga, e da una cernia da 1,3 kg, come attesta il conto finale, cotta in forno con olive, pomodorini e gli immancabili capperi.

E se siete veramente senza vergogna e senza fondo, quando vi sarete scolati tutta la bottiglia di "Sole e Vento" della cantina Marco De Bartoli, fatevi portare un bicchierino di grappa di uva zibibbo e anche il gelato alla vaniglia con gelatina di uva zibibbo.

Anche questo ristorante è una bella scoperta fatta grazie alla solita guida delle osterie, quantunque le descrizioni dei ristoranti vadano sempre prese non poprio alla lettera, ad esempio si era persa ogni traccia di una fantomatica caponata rivisitata "a base di melanzane, gamberi, pescespada, bottarga di tonno e cacao amaro" riportata dalla guida (e mi sono anche meritata un'occhiataccia del cameriere quando gli ho chiesto la "caponata diversa", sentendomi, giustamente, rispondere che la caponata è quella da secoli e sempre sarà nei secoli :)
Purtroppo non abbiamo avuto occasione di visitare l'altro locale degli stessi proprietari, ovvero "La Nicchia sul mare" ovvero una carinissima enoteca sul lungomare di Pantelleria Centro, che aveva in menù dei piatti da aperitivo davvero sutzzicanti. Se qualcuno ci passa o ci è passato, mi faccia sapere :)
Note di servizio: il ristorante ha un bellissimo giardino pantesco al suo interno, ovvero un cilindro fatto con un muretto a secco come se ne vedono innumerevoli sull'isola, nati per proteggere gli alberi più delicati dai venti. Se prenotate per tempo (o se siete fortunati come noi che qualcuno disdice poco prima che voi prenotiate), mangiare a lume di candela nel giardino pantesco è veramente suggestivo. E giusto per esperienza, se il vento soffia forte, portatevi il solito golfino, nel giardino pantesco il vento arriva smorzato, ma arriva!!!

lunedì 20 luglio 2009

Se...

Se riuscite ad arrivare prima che il sole scompaia dietro la montagna grande.
Se riuscite a trovare tutti i cartelli al loro posto.
Se riuscite ad ignorare le orribili banchine in cemento.
Se non vi fate impressionare dalle alghette verdi che crescono riglogliose e vi lasceranno tutti imprezzemolati.
Se riuscite in tutto questo, immergersi in una delle vasce calde di acque termali di Cala Gadir vale davvero la pena.

Divertimenti mitologici

GIORNO 10 - LAGHETTO DELLE ONDINE
Il laghetto delle ondine e' un bacino naturale, a circa due metri sopra il livello del mare, che si riempie quando soffia il vento di maestrale.
Al laghetto delle Ondine, ogni essere di sesso femminile diventa di diritto un'ondina, ma non è chiaro se sia un complimento (e poi che ci facevano le norrene ondine in Magna Grecia?!?).
Al laghetto delle ondine, se ti metti vicino al bordo che precipita in mare e aspetti, arriva l'onda alta che ti fa la doccia e fa ribollire l'acqua.
Al laghetto delle ondine senti ridere i bambini come neanche all'Acquafan.
Al laghetto delle ondine, se non vuoi prendere le onde, ti metti da lato opposto, dove rimane sempre calmo, e arrivano al massimo delle onde piccole piccole, delle ondine, insomma :)
Dal laghetto delle ondine semplicemente non te ne andresti piu'... anche a costo di saltare il pranzo.
Note alla fine del giorno 10 ovvero meglio essere preparati: Pantelleria strega, vi sono dei posti da cui non te ne andresti piu', per cui meglio essere preparati. Siccome il primo bar e' di solito a qualche kilometro, portatevi dietro dell'acqua e qualcosa da sgranocchiare, fosse anche solo della frutta o dei pomodorini (secondo voi c'e' un numero massimo di pomodorini che si puo' magiare senza andare in overdose??)

sabato 18 luglio 2009

Malpensanti

Malpensanti, non capisco cosa ci sia di male. Ci siamo trovati a Pantelleria centro a ora di pranzo, per fare benzina. Tutti i dietologi predicano varieta' nella dieta, per cui dopo tanto pesce ci voleva una pausa di terra no? E' solo per questo che abbiamo pranzato a ravioli dolci e cannoli, riempiti al momento (i cannoli, ovviamente!!) dalla simpatica commessa di "Kose Duci". Malpensanti.
E il ghiacciolo pesca e passito della gelateria "Katia" era la frutta, certo.

Il calore della terra

GIORNO 9 - FAVARA GRANDE
Finalmente riusciamo ad ingarrare la curva e a trovare il parcheggio da cui parte il sentiero per la favara grande. Un sentiero molto bello, tra l'altro, che si inerpica in collina tra mucche e cespugli di more. Le favare sono fumarole di origine vulcanica perennemente attive. Se volete potete fare una sauna a cielo aperto.

Note alla fine del giorno 9, ovvero quanto siete infide: piccolo update sulle meduse, anche se era un po' che non facevamo incontri ravvicinati. Esiste il "ritorno di medusa" che ha potuto sperimentare il marito a circa una settimana dai morsi, che hanno fatto delle bolle come delle piccole vesciche di bruciatura e hanno ricominciato a prudere tutti insieme. Nessuno ve lo dice, ma dopo averle cosparse di ammoniaca, conviene tenerle protette dal sole. O almeno, ve lo dice il farmacista, ovviamente dopo, incredulo che voi non lo sappiate, mentre acquisti la pomata cortisonica per far passare il prurito...

Mai provato un bacio pantesco?

Alla trattoria "La Trattoria" di Scauri ogni giorno il menu' e' affiancato dalle proposte del giorno. Alla trattoria "La Trattoria" di Scauri il servizio e' rapido e cortese. La trattoria "La Trattoria" di Scauri nel librone delle osterie non c'è ma ci dovrebbe essere. Alla trattoria "La Trattoria" di Scauri ci abbiamo mangiato tre volte e tre volte abbiamo mangiato benissimo.
Il "pesce in bellavista" che spesso troverete nel menù del giorno non e' un pesce panoramico, ma il vassoio colmo di pescato del giorno che ti propongono appena ti siedi. Perche' certi pesci hanno una cottura lunga, per cui meglio scegliere subito se vuoi un San Pietro al forno con le patate o un tonno ai ferri.
Se permettete un'opinione spassionata, nonostante io sia una che mangerebbe pasta mattino, pranzo e sera, in generale i primi piatti della Trattoria sono ottimi, ma non competono con gli antipasti di mare e i secondi. O meglio, occupano spazio nello stomaco che potrebbe essere più piacevolmente riempito :)
Certo, senza considerare i ravioli ricotta e menta, tipici di Pantelleria, e a meno che non capitiate nelle sere in cui fanno il cuscus di pesce e verdure, altra delizia pantesca, ma allora e' un'altra storia. In quel caso arrivate leggeri e affamati, ordinate il cuscus e sbafatevi il piattone che vi mettono davanti, irrorandolo generosamente di brodetto di pesce, e sentite il sapore di mare che rimane in bocca, che, alla maniera di Montalbano, vi spingerebbe a prenderne un'altra porzione se ce la fate(no, non siamo arrivati a tanto!) o a non prendere piu' nulla per non rovinare l'incanto.
Spingerebbe, se non fosse per i baci...

Piccolo consiglio: spesso i ristoranti hanno dei giorni fissi in cui cucinano un certo piatto, per cui conviene sempre informarsi e prenotare, sia il posto, sia il piatto. Ma quando un piatto dipende solo dal pescato del giorno, occorre essere pazienti, e fare la posta al menu' giornaliero della Trattoria. Perche' incrociare il loro polipo alla griglia e' un'esperienza da provare.

E infine, si', i baci di pantelleria sono dei dolci, delle sfoglie di pasta fritte a forma di fiori ripieni di ricotta. Moderatevi, anche se uno tira l'altro... burp!

Note di servizio: noi abbiamo sempre fatto dei pasti di due-tre portate (antipasto-secondo-dolce, primo e secondo, ecc) e il conto non ha mai superato i 30 euro, vino compreso (mezzo litro di bianco del contadino, da cui proviene anche l'ottimo passito che servono e che vi consiglio di provare!!)

Il mare non basta!

GIORNO 8 - MONTAGNA GRANDE
Il mare non basta, e Pantelleria, furbescamente, si adegua. Quasi al centro dell'isola sorge la Montagna Grande, il rilievo piu' alto dell'isola (circa 800m) che comunque e' tutta un saliscendi grazie a crateri spenti (kùddie) sparsi un po' ovunque. L'anno scorso, non sapendo se andare al mare o in montagna, abbiamo salomonicamente deciso di fare una settimana per uno. L'esperienza ci e' piaciuta per cui quest'anno abbiamo deciso di ripetere, solo che stavolta abbiamo ottimizzato, trovando mare e montagna nello stesso posto :)
Dopo i primi giorni passati interamente sugli scogli, abbiamo deciso che ques'isola offriva troppo da vedere per dedicarsi solo al mare, per cui le nostre giornate si sono schizofrenicamente divise tra il mare la mattina e una gita nel pomeriggio.
Il pomeriggio del giorno otto, poi, era un po' nuovolo, per cui andare al mare non tirava proprio, e cosi' abbiamo deciso di andare a vedere la montagna grande, per visitare la grotta dei briganti e ammirare il panorama: in certi punti sotto di noi si stendeva una coltre di nuvole che sembrava di essere in aereo.
Stavolta l'indicazione c'era, ma l'abbiamo equivocata, cosi' la passeggiata di un quarto d'ora per la grotta dei briganti e' divenuta una scarpinatina di quaranta minuti sotto la macchia mediterranea della montagna, prima che ci accorgessimo dell'errore commesso, ma e' stata una bellissima passeggiata comunque, se non fosse stato per un piccolo, insignificante particolare... una montagna e' una montagna, anche se e' al mare, per cui in montagna fa FREDDO. O comunque puo' fare freschino, tirare vento, ecc, specie se il tempo e' gia' variabile ai piedi della montagna.
Almeno un golfino, come ha detto anche Salvatore, il tuttofare del dammuso, quando ci ha visto tornare intirizziti, guardandoci come un padre guarda dei figli un po' testardi. Potevate anche chiedere, ha aggiunto. Effettivamente.

Note alla fine dell'ottavo giorno, ovvero altre cose da mettere in valigia: il saggio consiglio "almeno un golfino" vale per tutta l'isola, dove la sera il clima e' molto umido, specie in riva al mare. Poi ovviamente dovete ricordarvi di portarvelo dietro :)

Vola

Vola il riso nel piatto. Vola la bottiglia di plastica se e' piena per meno di meta'. Vola lo zampirone, l'asciugamano appeso e la ciabatta. Vola il tovagliolo, l'origano da sopra il pomodoro. Non vola, ma si agita la bottiglia (in vetro) di Bianco del Barone che ti sei appena scolato.

A Pantelleria e' tornato il vento e la sua fama non era per niente esagerata.

E mo' basta pero'!

GIORNO 7 - MUEGGEN
Senta lei, piccola isola nera dispersa nel mediterraneo, non si puo' fare cosi'. Capisco che i suoi 84 km quadrati non siano pochi, ma racchiudere tante bellezze non le sembra un po' sfacciato? Perche' non puo' essere che uno sbaglia una svolta e si ritrova in un'altra isola. Cambia il paesaggio, cambia la luce, e la bellezza di cio' che vedi ti colpisce al cuore, quasi dolorosamente. Quando uno pensa di averti piu' o meno capita, ecco che sorprendi lo spettatore con panorami nuovi e sempre diversi.
Il pomeriggio del giorno 7 volevamo andare a visitare la Favara Grande, ma abbiamo saltato una svolata, complice un cartello mancante e il cervello in pappa per lo scirocco, e ci siamo ritrovati nella valle del Mueggen, una zona verdissima a Sud-Est dell'isola, ai piedi della montagna grande, deifinita dai panteschi stessi "L'isola nell'isola". Qui i vigneti sono piu' numerosi che altrove, conferendo al paesaggio tonalita' di verde molto piu' cariche che altrove, quantunque l'isola sia quasi ovunque coltivata. Il mare si vede a tratti, perche' dal lato della costa si alza un costone di roccia che forse era il bordo di un cratere, per cui in certi momenti sembra di stare tra le colline in Toscana o in Umbria, se non fosse per le viti che crescono bassissime. Le uniche costruzioni sono dammusi dall'aria molto vissuta e qualche serra, aumentando la sensazione di essere lontani da tutto e da tutti.
Non abbiamo capito se Mueggen e' solo la zona o anche un paesino che, per quanto girassimo, non siamo riusciti a trovare, ma ad un certo punto non importa piu', vuoi solo una scusa per perderti in questo mare verde. Secondo me, è l'isola stessa che sposta i cartelli :)

Guide turistiche

Dire che eravamo partiti per Pantelleria del tutto impreparati è un po' esagerato. Ci eravamo infatti ricordati di consultare la nostra guida turistica preferita, ovvero il volume "Osteria d'Italia - Sussidiario del mangiarbere all'italiana, Ed. 2006 - Slow Food Editore", graditissimo regalo di una mai abbastanza benedetta amica, che ci consigliava ben tre ristoranti da provare in giro per l'isola. Abbiamo cominciato dall'agriturismo Zinedi, situato proprio sotto l'aeroporto di Pantelleria, "su un costone che domina il faro di Punta Spadillo" recita la guida.
All'agriturismo Zinedi una trentina di fortunati possono anche pernottare nei miniappartamenti o camere doppie (trancuilli, l'aeroporto di notte e' silenziosissimo) mentre per tutti gli altri il ristorante si apre al pubblico ogni sera, offrendo un menù a prezzo fisso (20 euro... invariato dal 2006!! Quasi un record) con una limitata scelta di piatti che variano secondo la giornata (mercoledi' ravioli, giovedi' cuscus di pesce, ma telefonate sempre per conferma) e secondo il pescato. Noi, ovviamente, non ci siamo informati a sufficienza e non siamo andati nè di mercoledì nè di giovedì, ma abbiamo mangiato bene lo stesso :D
Avendo la guida ormai tre anni, ovviamente qualche cambiamento va messo in conto, e infatti l'antipasto a buffet è stato sostituito con un antipasto fisso al piatto (con delle tartine al patè di capperi così buone che le ha mangiate anche il marito odia-capperi) e, ahimè, pare abbia chiuso il caseificio annesso, per cui niente tumma, formaggio fresco tipico di Pantelleria, (anche dal sito si evincerebbe il contrario...bo) ma delle ottime verdure grigliate di loro produzione.
Come primi abbiamo assaggiato gli spaghetti con il profumatissimo ammogghiu o pesto pantesco e con gamberi e pomodorini. Per secondo ci siamo fatti tentare invece da un fritto misto di gamberi e calamari e dai gamberoni alla brace. Tutto e' stato innaffiato dal loro bianco di zibibbo (mai provato un vino bianco dolce e secco allo stesso tempo, buonissimo) che con i suoi 13,5 gradi ben ha preparato il terreno per il bicchierino (non tanto "ino") di passito che ha chiuso il pasto... e di cui ci siamo subito comprati una bottiglia tanto era buono.

Note di servizio: l'agriturismo non accetta carte di credito, e anche con i contanti a volte il resto pare un problema. Portare "gli spicci", che è meglio, tanto non potete sbagliare: 20 euro a testa (vino compreso) e passa la paura!

Figlia dei venti

GIORNO 6 - GITA IN BARCA
Pantelleria e' vanitosa, e come qualunque donna vanitosa, si fa guardare e si fa desiderare. Non tutto e' visibile via terra, il giro in barca non e' solo una piacevole gita, ma l'unico modo per vedere alcune delle bellezze di quest'isola.
Che il giro dell'isola in barca sia dunque piuttosto popolare, lo potrete sicuramente intuire dal numero di gommoni, gozzi, motoscafi e motoscafini che si offrono ai villeggianti sul lungomare di Pantelleria. E questa e' anche la ragione per cui le azzurre e trasparenti acque di Pantelleria in alcuni punti si colorano di riflessi iridati grazie al sottile strato di olio motore che galleggia o per cui potra' capitarvi che la vostra quiete di bagnante sia interrotta dall'arrivo di 30-40 persone su un barcone che non sempre rispetta le distanze regolamentari dalla costa.
Si', siamo degli ecologisti un po' sui generis, rompiballe e un tantino snob, ma a noi l'idea del giro in gozzo o in gommone non attirava piu' di tanto.
Ma per quanto possa sembrare strano, sull'isola detta figlia dei venti, che i Fenici usavano come porto sicuro quando scorrazzavano per tutto il mediterraneo, pare sia complicatissimo riuscire a trovare qualcuno che ti faccia fare il giro in barca a vela. Pare non ci sia mercato: costa un po' in piu' perche' in barca a vela entra meno gente, qualcuno si spaventa quando la barca prende il vento e si inclina, e non ci sono spettacolini a bordo. Detta come va detta, pare che solo Livio, al momento, offra questo servizio.
Livio e' un ragazzo simpatico, appassionato di mare, di vela e della sua isola. Scherza sul fatto che i suoi compaesani lo dicano un po' matto, per il fatto che vivrebbe sembre sulla sua dodici metri, per la quale ha rinunciato alla macchina e quasi alla casa.
Se siete fortunati e lo trovate in zona, ovvero non ha fatto vela per la Tunisia o la Sicilia perche' cosi' gli girava, vi portera' volentieri in giro per l'isola.
Livio fa questo lavoro da poco, per cui gli si perdona qualche ingenuita', come la barca non perfettamente in ordine (dal punto di vista estetico, non della sicurezza!!) o se si dimentica di indicarvi qualche punto dell'isola; ma vi assicuro che ammirare i basalti che si tuffano a mare con il solo rumore del vento anziche' il pot-pot del motore vale tutta la spesa.
Certo, il giro a vela impone delle limitazioni: un numero massimo e un numero minimo di persone, non ci si stende a prendere il sole, e si ha una velocita' di crociera piu' bassa per cui si potranno fare meno soste per il bagno. Noi ne abbiamo fatte due, una alla grotta delle sirene e una a Nica', dove, vicino alla costa, in una grotta molto alta e poco profonda, vi sono delle sorgente termali sottomarine, per cui capita di passare, nuotando, dall'acqua fredda del mare all'acqua caldissima delle sorgenti. Pare faccia bene alla circolazione, non saprei, ma vi assicuro che e' un bagno da non perdere, e via mare si raggiunge molto piu' facilmente che via terra.
Grazie Livio, se non c'eri tu e la tua piccola follia, non ci saremmo goduti appieno questa piccola figlia dei venti. E grazie anche ai nostri simpatici compagni di viaggio, oltre che vicini di casa, che ahimè non siamo riusciti a salutare prima che partissero.

Note alla fine del giorno 6 ovvero oltre che vanitosa sei anche parecchio spiritosa: ovviamente, il giro in barca a vela non potevamo non farlo in uno dei tre giorni di bonaccia che ci sono all'anno a Pantelleria!! Meno male che ci sono i venti termici :)

Sciroccati

Che qualcosa non vada te ne accorgi subito. Sei in riva al mare, ma per la prima volta non basta a tenerti fresco. Il respiro si fa difficoltoso, come se l'aria fosse piu' densa. Non riesci piu' a stare rannicchiato sugli scogli, devi stenderti, per espandere i polmoni. Gli scogli intorno sono bellissimi, lunari. La testa e il cuore vorrebbero andare a fare una passeggiata, ma lo stomaco te lo sconsiglia vivamente. In altre circostanze staresti gia' andando su e giu' per gli scogli ma oggi no, oggi i muscoli si rifiutano categoricamente di muoversi oltre lo stretto necessario.
Bevi tutta l'acqua che ti sei portato. Mangi tutta la frutta. Il tuo corpo stesso ti chiede idratazione e sali minerali. Ti bagni la testa, ma ancora non basta. Cerchi l'ombra per la prima volta in una settimana, fortuna che gli scogli formano una parete che rimane ombreggiata.
La salita verso il motorino e' stranamente faticosa, e non lo e' mai stata. Pensi che sulla terrazza del dammuso si stara' meglio, sotto il fresco del cannucciato. Ma anche qui c'e' qualcosa che non va. Il vento soffia ma non rinfresca. Gli insetti sembrano impazziti, girano in tondo, bassi, intorno alle piante, senza trovare pace. Tu ci metti una vita a fare alcunche', cerchi di apparecchiare la tavola ma dimentichi sempre qualcosa. Entri ed esci un milione di volte, aumentando con il movimento la sensazione di caldo. Il cervello sembra inceppato.
Poi improvvisamente osservi le tende, che vengono sbattute dal vento in direzione contraria rispetto al giorno prima, e capisci. Capisci che e' arrivato. Non e' la prima volta che lo incontri, ma in continente arriva un po' attenuato, anche se anche li' e' capace di mandare il cervello in pappa. Capisci le leggende ed i racconti. Ed anche se i panteschi dicono che non e' proprio quello vero, perche' quello vero veramente non fa respirare e porta le temperature sopra i 35, il vento di scirocco quasi fresco che e' arrivato e' bastato ad abbatterci lunghi distesi sui muretti a calce della terrazza, in attesa che passi.

mercoledì 15 luglio 2009

Ne avevamo solo sentito parlare...

GIORNO 7 - Punta Tre Pietre

Venendo da Scauri, percorrendo in direzione Pantelleria la strada perimetrale che costeggia tutta l'isola, subito dopo il "villaggio tre pietre" si trova uno spiazzetto dove potrete lasciare il motorino. Cercando poi di indovinare il sentiero, attraverserete un paesaggio lunare di rocce nere come carbonella, a buchi come il formaggio e piuttosto taglienti, ma niente paura.
Verso il mare le rocce si arrotondano, si appiattiscono e offrono una bella discesa a mare, ricca di gradoni naturali, calette, lagune.
E fu li' che, infine, facemmo la sua conoscenza.

Non solo mare

GIORNO 5 - Faretto di Scauri e Grotta del Bagno Asciutto

Rotti ormai gli indugi, la mattina la passiamo a mare al faretto. Il pomeriggio decidiamo che e' il momento di esplorare le meraviglie naturalistiche dell'isola per cui ci dirigiamo verso la grotta del bagno asciutto, una delle manifestazioni piu' note del vulcanesimo secondario dell'isola. Si lascia il motorino al parcheggio predisposto e dopo dieci minuti di camminata per i boschi si arriva ad una grotta piuttosto buia, in cui alcuni blocchetti di cemento fanno da sgabelli. E pensare, di nuovo, che c'e' gente che paga per fa le saune: in questa grotta le rocce della volta sono perennemente bollenti (occhio alle manine curiose!!), per cui l'umidita' naturale della grotta si fa sauna... ma stateci poco se non volete rischiare il collasso!!
Note alla fine del quinto giorno ovvero pane e volpe la mattina: ma perche' ci abbiamo messo ben cinque giorni a scoprire che il mare piu' bello e' quello sotto casa??

Gira che ti rigira...

GIORNO 4 - ARCO DELL'ELEFANTE
Capita che una conformazione naturale delle rocce prenda un forma riconoscibile, anche di solito per vederla occorre mettersi nell'angolazione giusta, con la lucec giusta, ecc. L'arco dell'elefante si riconoscerebbe anche se non vi dicessero che si chiama cosi'. Si trova sul lato est dell'isola e sotto c'e' una comoda caletta dove fare il bagno cui si arriva comodamente in motorino.
Certo si farebbe il bagno se non ci fossero, indovinate un po', sempre loro. Le meduse. Stessa cosa per le vicinE Cala Levante e Cala Tramontana, che oltretutto sono praticamente dentro ad una contrada per cui sono molto riparate dal vento (leggi: non tira un filo d'aria e quando non puoi fare il bagno inizi a sentire che qui il sole picchia...) ed inevitabilmente non pulitissime.
Qualche barlume di buonsenso che ancora ci e' rimasto ci suggerisce che forse non e' il caso di fare sempre l'intera giornata fuori casa, per cui consumiamo i panini nella nostra bellissima terrazza e finalmente, nel pomeriggio, decidiamo di dare una possibilita' al mare sotto casa.
Indovinate un po'? Al faretto di Scauri si arriva comodamente, e' molto bello e... non ci sono le meduse!!!!!!!!!!!!
Note alla fine del giorno 4 ovvero legge della Macumba: il retino e' un accessorio assolutamente indispensabile. L'abbiamo comprato, non l'abbiamo mai usato, ma da quando ce l'abbiamo non abbiamo incontrato piu' nemmeno una medusa :)

martedì 14 luglio 2009

Ah, ma allora e' un vizio!

GIORNO TRE - PUNTA KARUSCIA E SPECCHIO DI VENERE
Dopo aver provato una discesa a mare da tre stellette, abbiamo deciso che ci meritavamo un mare un po' piu' semplice. Snobbando ancora, per qualche ignoto motivo, le calette sotto casa, cambiamo versante dell'isola nella speranza che le meduse siano rimaste dov'erano, per cui ci dirigiamo verso Nord-Est. Indovinate un po'... eccole tutte li' ad aspettarci.
Punta Karuscia e' molto carina, e ha dei bei gradoni naturali che digradano a mare, e poi li' abbiamo scoperto l'unica vera arma contro le meduse: il retino. Grazie ad una folta schiera di accaniti bambini, una caletta veniva sistematicamente ripulita dalle indesiderate presenze che venivano adagiate a prendere il sole. Gli ecologisti ad oltranza non rompano le scatole: dubito fortemente che le meduse vadano estinte.
Certo, l'operazione retino permetteva giusto un tuffo veloce per cui ad un certo punto, accaldati ed esausti, abbiamo deciso che ci meritavamo un bagnetto rilassante, e il versante dell'isola era quello giusto. Giusto per cosa? Be' ho commesso una lieve imprecisione a raccontarvi che a Pantelleria non ci sono spiagge. Piu' precisamente ci sono poche (e piccole) spiagge marine.
Ma nell'interno, cinque metri sotto il livello del mare, sorgenti sotterranee alimentano uno dei posti piu' straordinari che abbia mai visto: il lago Specchio di Venere. In una conca resa color dell'oro dallo zolfo si staglia un laghetto azzurro intenso, circondato dalle pareti di un antico cratere. Sulle rive del lago vi e' quella che potremmo definire spiaggia, anche se non e' morbida sabbia ma fango ben indurito, ma permette di sdraiarsi comodamente :)
Potrebbe capitare di vedere degli zombi coperti di fango dalla testa ai piedi aggirarsi intorno a voi, anzi, potrebbe capitarvi di diventare una di queste strane creature... e pensare che c'e' gente che paga per farsi i fanghi termali, mentre qui e' tutto gratis!

Note alla fine del giorno tre ovvero come non tornare a casa con le ginocchia completamente scorticate: a Pantelleria la maschera, o almeno gli occhialini, non sono un simpatico passatempo con cui ammirare i meravigliosi fondali, ma un accessorio indispensabile quasi quanto il costume da bagno. Permettono di vedere le creature medusoidi in tempo, permettono di trovare lo scalino per risalire, ecc.

lunedì 13 luglio 2009

Le discese ardite e le risalite

GIORNO 2 - BALATA DEI TURCHI
Avete letto bene, balata con una elle sola, e l'accento sulla prima "a". Parola che niente ha a che fare con danze e musica, ma piu' probabilmente con balaustra e ballatoio. In siciliano significa "roccia piatta", e quando si arriva si capisce il perche'. Pero' prima bisogna arrivarci.
Piccola premessa: in tutto il lato sud dell'isola, praticamente tra Scauri Scalo e l'Arco dell'Elefante (la punta quasi piu' a Est dell'isola), sono solo tre le discese possibili via terra, estremi esclusi, ovvero Balata dei Turchi, Martingana e Nica'.
Balata dei Turchi e' segnalata come discesa difficile, ma ci avevano spiegato che in realta' la difficolta' era dovuta piu' alla strada sterrata che occorre percorrere con Scecchino per arrivare al parcheggio che la discesa a mare vera e propria. Quindi, baldanzosi vacanzieri in vena di avventure, mica potevano andare a mare vicino casa, vi pare?? Mica sara' uno sterratino a farci paura no?
Ecco.
Sterratino.
Un punto per i panteschi, che non esagerano mai le difficolta': se vi dicono che una strada sterrata e' un po' disagevole non stanno mettendo in guardia i sedentari turisti da un po' di brecciolino. Credo di averne viste solo in Tanzania di strade sterrate cosi', ma vi assicuro che ne vale la pena.
Come e' e come non e', Scecchino ci porta in fondo, dove effettivamente una roccia piatta e tonda si tuffa nel mare cristallino, invitante e... pieno di meduse. E' stato il nostro primo incontro ravvicinato con le vere proprietarie dell'isola. Il marito ha arrischiato un bagnetto, anche perche' il caldo era piuttosto soffocante: tre bagni, tre mozzichi.

Note alla fine del secondo giorno, ovvero come cercare di non finire all'ospedale con l'insolazione.
Se siete come noi, ovvero di quella razza partenopea e parte no piuttosto pallida, sotto il sole siciliano vi consiglio di rischiare l'overdose di crema solare, se non volete ridurvi come peperono arrostiti.
E poi, certo, magari non state al mare proprio tutto tutto il giorno, specie se e' il vostro primo giorno di mare, nelle ore accuratamente sconsigliate, in un posto dove l'unica ombra possibile e' quella che voi fate con la mano e dove non riuscite a farvi il bagno causa forza maggiore.
E no, il venticello non basta a rinfrescare.
E di sicuro non salva dall'eritema.
E non fa niente che la strada e' scomoda: filate a comprare l'ammoniaca per le meduse.
E magari anche la crema solare che promette di allontanarle almeno un po'.

Splash!

GIORNO 1 - SCAURI SCALO
Insieme a Scecchino ci e' stata consegnata un'utile cartina dell'isola, dove sono indicate le principali discese a mare con relativa difficolta' di percorrenza, che vanno da facile, a media, a impegnativa. Ora, siccome esattamente sotto Scauri c'e' un porticciolo e ben due discese a mare, facili e comode: Scauri Scalo (proprio davanti al ristorante La Vela, segnata come discesa facile) e il Faretto di Scauri, segnata come discesa media, abbiamo posato le valigie, infilato il costume, ed eravamo gia' a mare.
Siamo andati a Scauri Scalo, comodissima, visto che si arriva praticamente a mare con il motorino. Per un momento ho pensato che anche Scecchino volesse fare un tuffo :) Tornati alla base prendiamo meglio possesso della nostra temporanea casetta, visto che appena arrivati praticamente pensavamo solo a scendere a mare. Il dammuso e' confortevole, fresco, e ha un grandissimo pregio e un grandissimo difetto.
Il grandissimo pregio e' la terrazza con vista mare.
Il grandissimo difetto e' la terrazza con vista mare, dalla quale non ti schioderesti piu', specialmente all'ora del tramonto.

Note alla fine del primo giorno, ovvero tutto quello che mi sono dimenticata di mettere in valigia e che magari puo' essere utile sapere se state facendo le valigie per venire da queste parti
Scommetto che ce l'avete, nascosto in qualche anfratto dello sgabuzzino o dell'armadio, il materassino di gommapiuma, eredita' del vostro passato di campeggiatori folli o di improbabili programmi di fitness casalingo. Ecco, se e' li' a prendere polvere, se riuscite a farlo entrare in valigia, se pensate che avrete voglia di portarvelo su e giu', puo' essere utile, ma non indispensabile. E poi potete sempre acquistarlo qua.
Quello che invece poteva anche ricordarsi di cadere in valigia e' l'igienizzante senz'acqua per le mani che aspetta intonso il suo momento di gloria nell'armadietto dei medicinali, comprato non so quando e non so dove, cosi' come il suo compare, il cerotto spray. Scherzi a parte, capita di strusciare sugli scogli, per cui piuttosto che un disinfettante liquido, procuratevi dei fazzolettini disinfettanti da portare con voi, che sono leggeri e occupano poco spazio. Oppure fate alla vecchia: l'acqua di mare brucia un po', ma disinfetta tutto!!

Pantelleria in breve

Pantelleria e' nata perche' un gruppetto di vulcani, mi pare nove, si sono messi d'accordo qualche migliaio di anni fa, e sono emersi dal mare in un ribolline di lava, fango e fumo. Oppure è nata da un bellissimo atto d'amore, ma sempre di Vulcano stiamo parlando :)
La natura vulcanica dell'isola si palesa ovunque, anche senza andare a visitare le manifestazioni di vulcanesimo secondario: le rocce nere che precipitano a mare, i basalti quadrati, i profili degli antichi crateri che s'indovinano sotto le coltivazioni di viti e capperi. E zucchine. E melenzane. E fichi. E olive. E... sto divagando, scusate.
Come gia' detto, spiagge non ce ne sono, almeno non raggiungibili facilmente via terra, le "discese a mare" sono, nella maggior parte dei casi, antichissime colate laviche che hanno formato scogli piu' o meno piatti, piu' o meno digradanti, verso il mare. Le discese a mare sono quasi tutte libere e non gestite, e va bene cosi'. Ci si fa guidare dai sentierini scavati da anni di bagnanti, o si decide di prenderla corta facendo un po' di free-climbing :) In ogni caso la sensazione finale e' quella di essersi conquistati un piccolo pezzo di paradiso.
Se non siete avventuruosi, in qualche sito il comune a approntato qualche discesa a mare un po' piu' agevole, per cui ce n'e' per tutti.

SCAURI
Amministrativamente, l'isola di Pantelleria e' un comune in provincia di Trapani. Il capololuogo di comune e' Pantelleria citta', all'estremo nord-ovest dell'isola, dove attraccano i traghetti, si va a fare benzina, e a mangiare i cannoli da "Kose Duci"... ma questa e' un'altra storia.
Il comune di Pantelleria ha varie frazioni, che pero' i panteschi chiamano contrade. Il nostro dammuso e' situato poco sopra la contrada di Scauri, a sud-ovest dell'isola.
Scauri e' un paesino arroccato che intorno alla chiesetta offre una farmacia, un alimentari, tre ristoranti, un bar, un tabacchi/giornali/cose varie, il senso unico alternato piu' inutile del mondo e la rosticceria di "Ciaki Ciuka", che in breve diventera' la nostra seconda casa :)

Viaggiatori provetti

Siamo partiti da Verona, dove la compagnia aerea Meridiana ha da poco istituito un comodo ed economico aereo diretto per Pantelleria tutti i giovedi'. Da bravi ed esperti viaggiatori che non vogliono rotture di scatole al check-in, avevamo ridotto al minimo il bagaglio a mano.
Dopo aver preso in giro per un quarto d'ora la coppietta davanti a noi per l'enorme bagaglio a mano di lei, che ha fatto storcere un po' il naso all'addetta, ovviamente non potevamo passarla liscia: cinque kili di eccesso di bagaglio, lascio? A dodici euro al kilo di sovrapprezzo, direi proprio di no... quindi quelli che avete visto smontare la valigia davanti al check-in, eravamo proprio noi. Occorreva alleggerire il bagaglio spedito e portarne un po' a mano, fortunatamente eravamo dotati di borsetta ripegata in valigia. E qual'e' la prima cosa che a queste due faine viaggiatrici e' venuto spontaneo mettere nel bagaglio a mano per alleggerire la valigia? Quali sono gli articoli con cui si parte per una vacanza al mare che hanno il maggiore peso specifico? Smettetela di ridere... si' ci abbiamo provato a portare oltre al metal detector tuttte le pericolosissime, micidiali, confezioni di creme solari piu' gradi di 100 ml, fortuna che l'addetta al check-in era una tipa sveglia e ci ha fermato in tempo :D
Qualche travaso di scarpe e teli mare dopo, riusciamo a passare indenni ai controlli di sicurezza (anche se una minacciosa saponetta ha destato qualche sospetto in un'agente) e dove abbiamo ritrovato la fanciulla dall'enorme valigia a mano intenta a pronunciare la fatidica frase, passaporto sicuro per la trafila completa di controlli di sicurezza: "Che ne so io che c'e' in valigia, me l'ha fatta mia madre!!" Valigia ovviamente rivoltata come un calzino dagli agenti.

Piccola Nota Polemica
Essendo che il sovrappeso del bagaglio lo fanno pagari un tanto al kilo, e che quindi si configura come vendita a peso, la bilancia misurante non dovrebbe essere certificata, controllata e sigillata, visto che la nostra comiciava a pesare da 1,2 Kg??? Vabbe' che volete, era l'inizio della vacanza, eravamo ancora stressati, qualche nota polemica ancora ci veniva...
Fine Piccola nota polemica


Siamo dunque giunti nell'isola nera in un torrido pomeriggio di giovedi', ma gia' dall'aereo lo stupore montava. Stupore e meraviglia di come quest'isola sia riuscita a conservare la sua bellezza un po' selvaggia, senza grandi strutture, senza violenze del paesaggio, almeno non enormi. Facciamo conoscenza con l'addetto dell'agenzia che ci accompagnera' al nostro dammuso e che ci consegna le chiavi di Scecchino il Motorino, nostro unico mezzo di trasporto per le due settimane seguenti, e via verso Scauri.

Note alla fine del viaggio: ricordarsi sempre di leggere il peso massimo cosentito di bagagli a mano e non :)

Spoiler ahead

Credo che il fiume di parole che e' sgorgato spontaneo da quando sono qui sia in parte dovuto ad una sensazione di sollievo. Quando abbiamo prenotato per Pantelleria, non dico che abbiamo scelto a caso, ma quasi: era nella lista dei posti da visitare prima o poi. Inoltre volevo vedere dal vivo come erano fatti i dammusi, queste tenerissime casette dalla testa tonda.
Nei mesi successivi mi e' montata un po' d'ansia che non volevo ammettere nemmeno a me stessa: ma come, tu, un animale da spiaggia come ce ne sono pochi, vai su un'isola che non sa nemmeno cosa sia la sabbia? Sara' anche per questo che ho preso poche informazioni prima di partire, non volevo formarmi preconcetti. E come se mi avesse letto nel pensiero, questa piccola isola nera mi ha accolto con dolcezza e cortesia, riservandoci qualche giorno di bonaccia per poterla girare con agio, dandoci modo di innamorarci perdutamente.
Penso che non ne possiate piu' di sentirmi dire che e' bella, credo sia inutile descrivervi il mio scoglio preferito, perfettamente a forma di sedia a sdraio, probabilmente non vi interessa sapere che io, che non sono mai riuscita a vedere alcuna figura nelle nuvole, ho individuato un pullulare di figure strane e fantastiche nelle rocce modellate dal vento e dal mare.
Pur non avendo, quindi, nessuna pretesa di scrivere un'esauriente guida, ecco come ci siamo cucinati noi Pantelleria, che magari puo' essere utile a qualcuno... sperando di non rovinare la sorpresa a nessuno. Come direbbero gli spostati, si paaarte!

Qualche nota:
- In generale, siamo tipi piuttosto sportivi (nel senso di... pratici) per cui non andiamo troppo alla ricerca della comodità a tutti i costi. Tenetelo presente come metro di paragone :)
- Abbiate fede, le foto arriveranno
- Non amo mettere numeri di telefono altrui, nemmeno quando sono pubblici, nemmeno quando ho avuto esplicita autorizzazione. Non mi chiedete perchè, non lo so, è una mia fissa. Quando possibile ho messo i link ai siti internet dei ristornati, negozi, ecc che abbiamo sperimentato. Per tutto il resto, potete tranquillamente contattarmi in privato!

domenica 12 luglio 2009

Secondarie vulcaniche attivita'

Se a qualcuno dovesse venire il dubbio, no, non mi ha assunto l'ufficio turistico di Pantelleria. Mi sono chiesta anch'io la ragione di questa improvvisa, irrefrenabile voglia di scrivere. Primo, ovvio motivo: in vacanza c'e' un po' piu' di tempo da dedicare alle proprie passioni. Non dovendo stare tutto il giorno al computer per lavoro, viene facile dedicare una mezz'oretta al giorno ad un blogghetto che di solito si deve accontentare di un post a settimana, quando va bene. In secondo luogo, delle cose nuove, delle scoperte, specialmente se bellissime, si parla sempre volentieri, a costo di ammorbare gli ascoltatori. Secondo Bilbo Baggins dei periodi felici e' arduo scrivere, ma forse e' piu' arduo leggerne.
Credo pero' che ci sia anche una ragione piu' profonda, impalpabile, irrazionale di questa improvvisa attivita': l'energia che quest'isola comunica. Niente paura, non parlero' di meridiani energetici ed altri esoterismi, anche se il piccolo sospetto che Pantelleria sia viva ed estremamente vanitosa tanto da costringerti a parlare di se', mi e' venuto.
La prima cosa che ti dicono, arrivati qua, e' che l'isola e' tutta da esplorare e da scoprire. Ti danno qualche indicazione di massima, ti mettono in mano le chiavi dello scooter e ti augurano buone vacanze. Li' per li' si rimane un po' perplessi, come se non avessero voglia di dirti altro. Dopo qualche giorno chiedi mentalmente scusa per il malo pinzero: in realta' e' veramente difficile descrivere dove andare a mare o cosa fare. Difficile e limitativo, come se uno chiedesse al cameriere di ordinare per lui al ristorante, chiedendogli di indovinare i suoi gusti.
Pantelleria non va solo esplorata: l'isola vi vuole attivi come i suoi vulcani. Paciosi e rilassanti, ma pur sempre attivi. Attivi sin dalla mattina, da quando ti svegli. Attivi perche' c'e' tanto da vedere. Attivi perche' c'e' l'imbarazzo della scelta. Attivi perche' non ne avrai mai abbastanza. Per anni, alla casa al mare, l'unica domanda che ci si faceva prima di decidere se scendere o no in spiaggia e' "C'e' mare?", domanda apparentemente senza senso che non significa "Scusi, non e' che durante la notte qualche rivolgimento geologico, falla spazio-temporale, o altro evento imprevedibile e scientificamente inspiegabile ha fatto sparire il mare dalla sua precedente ubicazione, lasciando un torrido deserto?" ma semplicemente "Il mare e' mosso stamattina?". Anche perche', di solito, c'e' un solo posto dove si e' soliti andare a mare, vuoi perche' di solito il mare li' e' il piu' bello, vuoi perche' e' il piu' vicino, vuoi perche' e' la spiaggia del campeggio, ecc.
Cominciamo col dire che il mare qui e' bello praticamente ovunque, quindi ogni mattina occorre affrontare l'imbarazzo della scelta, valutare alcuni fattori a contorno e armarsi di un po' di pazienza. Perche' magari avete fatto il giro dell'isola su strade non sempre perfettamente asfaltate per andare a vedere quella caletta di cui vi hanno parlato bene, ma arrivati la' vi informate delle condizioni del mare da qualcuno che sale (per qualche motivo c'e' sempre qualcuno che sale e che scende, a qualunque ora, e non sempre le calette sono perfettamente visibili, dalla strada) e se beccate un pantesco vi potra' capitare di sentire un "c'e' Medusa" in cui si percepisce la maiuscola carica di rispetto e familiarita'. Allora ci si informa meglio: c'e' una riunione di famiglia o qualche sporadica rappresentante? Perche' dipende dalle correnti, dal mare agitato, da come gli gira... ma se c'e' la riunione di famiglia, conviene rimettersi in sella, ignorare le
proteste del vostro osso sacro, e cercare un altro posticino, piuttosto che sperare che tolgano il disturbo.
Una volta scelta la calata a mare, occorre... calarsi. In qualche caso un sentierino comodo e poco scosceso, in qualche altro puo' essere un po' piu' avventuruoso. Ma fa tutto parte del piano: arrivati in fondo si e' belli accaldati, e l'unica cosa che si desidera e' precipitare in acqua (mentre la salita ben conciliera' l'appetito :)
Chi e' gia' stato da queste parti avra' certamente notato che non ho ancora fatto cenno alla prima cosa che si considera prima di prendere qualunque decisione. Pantelleria e' soprannominata figlia dei venti. Qualunque cartina dell'isola riporta la rosa dei venti, indica il grado di difficolta' delle discese a mare e soprattutto dove e' (s)consigliato andare in base alla direzione del vento. Per cui si', si diventera' anche dei lupi di mare che appena svegli cercano di determinare la direzione del vento. Ma siccome Pantelleria ci ha voluto viziare con una settimana di bonaccia che ha sorpreso persino i panteschi, a tale proposito non ho ancora esperienze dirette da riferire, a parte la meravigliosa brezza che tiene sempre freschi a riva di mare e che non vi fara' percepire l'ustione
solare cui state andando incontro...

giovedì 9 luglio 2009

Dieta Mediterranea

Nuovo record. Quattro giorni e diciotto ore: tanto ho resistito senza cucinare, se si eccettuano giusto il caffe' per la colazione e i panini per il pranzo al sacco. Il piano, prima di partire, era semplice e lineare. Riposarsi. Ridurre al minimo fatiche fisiche e mentali, rilassare mente, corpo e spirito. E per quanto cucinare sia un'attivita' che trovo estremamente rilassante, avevo veramente bisogno di staccare un po'. In aggiunta, la seconda consegna della vacanza era di tornare con le squame: vivendo nella terra dei ninet (poetica parola del dialetto modenese che vuole dire maiale), dei quali siamo accaniti e forse esagerati estimatori e consumatori, sentivamo il bisogno quasi fisico di fare il pieno di pesce, in ogni sua forma, dimensione, razza, e varieta'. Ed io sono una frana a cucinare il pesce, nonostante un papa' che e' un vero maestro nell'arte culinaria marina.
Per cui, dato ordine al marito di impedirmi con ogni mezzo di comprare del pesce da cucinare, ci siamo felicemente affidati alla provvidenza, confidando, con ragionevole sicurezza, che su un'isola siciliana di fame di certo non si muore e che il pesce con ogni probabilita' lo cucinano meglio di me.
Ovviamente, c'inzertammo.
I fanatici della dieta mediterranea sarebbero fieri di noi: non e' passato nessuno dei sette giorni trascorsi qui senza che mangiassimo pesce, crostacei, molluschi o una qualunque combinazione dei suddetti. Il tutto sempre accompagnato da frutta e verdura in quantita' visto che l'isola, fertile e sapientemente coltivata, offre di tutto e di piu'. Per mantenere l'impressione salutista, sorvolero' per il momento sui cannoli, i baci e i mostazzoli.
Qualcuno tra voi si stara' a questo punto, forse, chiedendo se siamo in un villaggio "all-inclusive" o se ci possiamo permettere di mangiare tutte le sere al ristorante. Niente di tutti cio': siamo sistemati in un dammuso meraviglioso poco lontano dalla contrada di Scauri. E a Scauri c'e' la rosticceria "Ciaki Ciuka", alla quale probabilmente tra poco chiederemo di stipulare un abbonamento :)
L'altra sera, dunque, la cena consisteva in due generose porzioni di pescespada sapientemente cucinate al momento da Mariano alla maniera pantesca (pomodorini, olive, capperi e basilico). Ora, non so se noi siamo particolarmente parchi, o se c'entrino qualcosa l'arancino mozzarella e spinaci, le verdure grigliate e la peperonata che al pescespada facevano compagnia, ma fatto sta che una fettina di pescespada e' avanzata, con tutto il suo corredo di sughino, pomodorini, ecc.
Ecco, non pensate chissa' che. Dopo quattro, quasi cinque, giorni di astinenza da fornelli occorre ricominciare con calma, per cui il mio "cucinare" si e' limitato, per il pranzo del giorno dopo, a bollire del riso da insalata, freddarlo e condirlo con il pescespada a pezzettini, il di lui sughino e qualche pomodorino. Forse era la fame che viene dopo essere stati a mare. Forse era il panorama. Forse era la bellezza mozzafiato del giardino che circonda il nostro dammuso. Probabilmente non siamo obiettivi, ma era buono.

mercoledì 8 luglio 2009

Abracadabra

Ho gia' detto altrove che Pantelleria e' magica. Lo ribadisco. Gia' due sono gli incantesimi che posso testimoniare personalmente. Il primo e' che il marito ha mangiato i capperi. Non lo dite a nessuno, perche' da queste parti se non mangi capperi secondo me ti danno in pasto ai pesci, ma il marito sta ai capperi come io sto ai carciofi. Ma il capero di Pantelleria e' un'altra cosa. Sospetto che ingrediente fondamentale dell'incantesimo fosse il pescespada con pomodorini, olive e basilico che stava sotto i capperi, ma fatto sta che il marito i capperi se li e' sbafati.
Secondo incantesimo. Io sono un animale da spiaggia. Amo la sabbia calda dietro la schiena, amo allucertolarmi per ore, amo appisolarmi sul bagnasciuga. Mi piace entrare a poco a poco in acqua e se l'acqua e' anche un po' caldina ancora meglio. Certo, non pretendo i 27 gradi della Polinesia ma qualcosa sopra il ghiaccio fuso. E le alghe mi fanno un po' senso. E te ne vai a Pantelleria? Direte voi. Be' la curiosita' e' donna e probabilmente si chiama Elisabetta, per cui eccoci qua.
Dopo qualche giorno di vita isolana l'incantesimo e' compiuto e io sono totalmente stregata. Insomma, la sabbia e' bella, certo, ma le rocce vulcaniche calde dietro la schiena danno dei punti alle migliori spa di questo mondo; non si ha bisogno di portarsi sdraiette e sedioline, c'e' sempre una roccia a forma di sediolina su cui leggere comodamente; il mare qui e' freddino, certo, siamo sempre in pieno mediterraneo, ma le rocce formano spesso delle conche e delle lagune in cui l'acqua si riscalda e in cui si starebbe a mollo per ore; ed infine, le alghe sono dei salvavita visto che che sui fondali dove ci sono non si scivola mentre occorre diffidare delle rocce sommerse e pulite, quasi sicuramente viscide e scivolose... e il mio osso sacro ne sa qualcosa :)

martedì 7 luglio 2009

Hic!

Decidere, fissare e prenotare le vacanze con ben cinque mesi di anticipo non fa di noi degli organizzatissimi vacanzieri, anzi. Personalmente, ho una sorta di idiosincrasia ad informarmi prima sulle mete dei miei viaggi, come se temessi di rovinarmi la sorpresa. Ma non e' neanche capacita' di andare alla ventura, visto che una volta arrivata a destinazione leggo avidamente ogni guida, opuscolo o cartina che trovo.
Fatto sta che tre giorni prima di partire mi sono detta che forse era il caso di cercare qualche informazione su Pantelleria. Ovviamente, erano anche gli stessi tre giorni in cui bisognava chiudere i progetti al lavoro, passare le consegne ai colleghi, comprare le creme solari, fare le ultime lavatrici, preparare le valigie (e anche ordinare le zanzariere e un pallet di mattoni, ma queste sono perversioni che vi risparmiero'), ecc. ecc.
Ho fatto solo in tempo a dare un'occhiata veloce su internet, scoprendo che le mandorle tostate sono un ingrediente piuttosto usato, che alla trattoria "La Trattoria" di Scauri si mangia molto bene (informazione da non sottovalutare visto che e' il ristorante piu' vicino) e anche che al bar esattamente a fianco alla Trattoria, "U' Friscu Cafe'" fanno un mojito da applausi. Anche se forse non sarebbe il caso di scoprirlo dopo mezza bottiglia di vino di zibibbo e un generoso bicchierino di passito.
Hic!
Ma niente paura, qui l'esplorazione e' facilitata da turisti piu' esperti, con cui si crea subito una solidarieta' da naufraghi felici, e dai panteschi che ben volentieri parlano della loro isola. Se pero' qualcuno alla lettura avesse suggerimenti da far pervenire nei commenti...ringraziamo anticipatamente!
P.S. Un sentito grazie ad acquaviva che ha addirittura anticipato questa richiesta :)

lunedì 6 luglio 2009

Pubblicita' Ingannevoli

Il nostro viaggio di nozze e' stato quanto di piu' classico si possa immaginare: giro negli States e settimana in Polinesia. Ora, che la Polinesia sia bella, si sa. Che i cataloghi di viaggio siano pieni di foto di simil-paradisi terrestri, e' risaputo. Ma si sa anche che Photoshop fa miracoli e che non e' tutto oro quello che luccica.


Balle.


La Polinesia e' esattamente come nei cataloghi, se non, forse, ancora piu' bella. Roba da mascella che sbatte per terra, insomma. Roba che non vorresti piu' tornare indietro. Ho visto solo la Polinesia dei turisti? Forse, ma non ne sono convinta, ma ne parleremo in altra sede. Ve ne parlo solo per tentare di spiegare lo stato d'animo che ci e' preso atterrando a Pantelleria.
Ti hanno detto tutti che e' bella.


Sbagliato.


Pantelleria e' bellissima, magica. Non vorrei aver dato l'impressione sbagliata nel post precedente. Le ginocchia ce le siamo sbucciate perche' e' troppo divertente girellare sugli scogli. Le meduse le abbiamo incontrate perche' l'acqua e' troppo invitante. L'eritema l'abbiamo rischiato perche' non hai nessuna voglia di metterti all'ombra. Roba che ti saresti anche portato libri da leggere, ma mica riesci a staccare gli occhi dall'orizzonte, dalle rocce nere, dagli ulivi contorti, dal mare trasparentissimo. Roba che fai un milione di foto, ma tanto sai che niente riuscira' a racchiudere quello che vedi. Roba che la notte ti da' un po' fastidio perche' vorresti vedere ancora. E allora lei, questa piccola perla nera dispersa nel mediterraneo, ti ricorda che c'e' anche un cielo stellato da ammirare, e in tutto il suo splendore.Tanto qui, nessuna luce molesta disturba lo spettacolo, e lei, la piccola isola, si fara' della stessa sostanza della notte per lasciare che per un po' le altre stelle siano le uniche protagoniste.



domenica 5 luglio 2009

Tourists ahoy!



Li riconosci subito. Non puoi sbagliarti. Sono troppo evidenti. Si guardano intorno smarriti e perplessi. Hanno l'espressione a punto interrogativo, ma non osano chiedere per non fare la figura dei pivelli. Hanno negli occhi il dubbio che qualcuno non abbia loro spiegato bene il da farsi. Che non ci fossero spiagge, lo sapevano, ma che quelle rocce appuntite siano le "discese a mare" li lascia quanto meno perplessi. Ma dura poco. Le rocce appuntite lasciano spazio a rocce piu' tonde, quasi morbide. Rocce in cui la pietra liquida si e' solidificata per sempre, eppure la furia del vulcano si indovina ancora.



Rocce che in qualche punto si calano morbidamente a mare, coperte di belle alghette scivolose. Molto scivolose. Occorre misurare ogni passo, anche con le scarpette gommate, come si impara subito, nella maniera piu' diretta. Insomma, i turisti che arrivano per la prima volta a Pantelleria sono facili da individuare.
Ebbene si', bella gente pantesca: quelle due mozzarelle con una pallida abbronzantura da motorino che qualche giorno fa muovevano i primi guardinghi passi sugli scogli di Scauri, eravamo noi. Non abbastanza guardinghi, evidentemente. Dopo tre giorni di isola la conta dei danni e' piuttosto lunga: un ginocchio (del marito) scarificato contro uno scoglio tentando di uscire dall'acqua, un polpaccio (del marito) graffiato tentando di tirare fuori la consorte dall'acqua (finendo entrambi a mollo, ovviamente), un ginocchio (mio) contro il bauletto dello scooter, tre punture di medusa, e un quasi eritema solare. Siamo solo all'inizio, ma di Pantelleria siamo gia' innamorati, e non e' una battuta.


P.S. Pero' se qualcuno conosce qualche barbatrucco antimeduse, e volesse farcene partecipi, gliene saremmo eternamente grati!

mercoledì 1 luglio 2009

Socchiuso per ferie

Nel 2012, si sa, il mondo finisce. Ma i primi segni dell'apocalisse cono già sotto gli occhi di tutti e non ci vuole neanche un occhio molto allenato. Ad esempio, il fatto che due disorganizzati cronici come me e il marito, quest'anno si siano organizzati le vacanze estive nientepopodimeno che a Febbraio. Per giunta, scegliendo un periodo diverso da quello della solita, altissima, stagione.
Ecco, tutto questo per dire che siamo in partenza per il mare, ma aspettate a tirare un sospiro di sollievo, non è detto che per questo vi lasci in pace. Per consegne aziendali e scadenze varie, il computer viene in vacanza con noi, per cui non escludo qualche incursione da queste parti. Oppure no. Non so. Bo. Si vedrà. Be' in questa furia organizzativa un po' di indecisione cronica la rivendico, per cui il blog è... socchiuso per ferie.