venerdì 21 marzo 2008

C'era una volta un re


Vi narrerò ora una storia che prende le mosse da un re della casa dei Sassanidi, antichi re di Persia, che avevano esteso il loro impero nelle Indie e, ben oltre il Gange, fino alla Cina. Questo grande e potente re aveva due figli, e il primogenito, futuro re, si chiamava Shahriyàr. Shahriyàr, per chi non lo sapesse, fu quello che si sorbì le 1001 storie di Sherahzad (ma non dormiva mai la signorina??).
Quello che le cronache non dicono è che il Principe Shahriyàr una volta si mise in viaggio, forse per vedere se tutto quello che la principessa aveva raccontanto era vero, o forse solo per vedere il mondo e diventare un re più saggio. Il suo cammino lo portò molto lontano da casa, in terre sconosciute e meravigliose. Per ingraziarsi gli abitanti dei territori che attraversava, recava con sè doni e merci del suo paese, tra cui una straordinaria spezia magica, che appariva rossa in mano ma conferiva a tutto ciò che condiva un meraviglioso color oro...
Cosa c'è non mi credete?
Vabbè, forse non è un principe, ma ne ha di sicuro i modi, si chiama Shahriyàr sul serio (anche se ho qualche dubbio sull'ortografia) ed è davvero persiano, iraniano per la precisione. Ho avuto la fortuna di averlo come collega per un po' e non lo ringrazierò mai abbastanza per aver condiviso con me la sua scorta di zafferano iraniano. Prima di incontrarlo non avevo nessuna idea che in Iran si coltivasse uno zafferano così profumato, che se la batte seriamente con l'altro mio zafferano preferito, quello coltivato nella piana di Navelli in provincia dell'Aquila.
Se non ho capito male, il 21 Marzo è il capodanno iraniano, per cui colgo l'occasione (ovviamente in ritardo, poteva mai essere altrimenti??) per proporvi zafferano e ricetta di un autentico principe persiano.


PASTA SPECK E ZAFFERANO


Pestate alcuni pistilli di zafferano, cui avrete aggiunto un pizzico di sale e/o di zucchero per fare attrito, nel mortaio. Far sciogliere del burro in un saltapasta e unirci lo zafferano, e continuate a scaldare a fuoco moderato in modo che lo zafferano ceda il sapore e il colore al burro. In un padellino a parte friggere lo speck tagliato a listarelle finchè è croccante. Aggiungere allo zafferano un po' di panna fresca e far scaldare leggermente. Cuocere la pasta al dente (io ho usato degli strozzapreti freschi...mmmmmmh, slurp!) e saltarla brevemente in padella con la panna e lo speck. Servire con una macinata di pepe. Secondo me, meglio bianco.


Buon Appetito, Buon Anno e Buona Pasqua!!

martedì 18 marzo 2008

Quelli che lo schiacciasassi...

...ne hanno combinata un'altra o meglio, mi hanno ispirato un altro post. La trasmissione Caterpillar mi tiene compagnia durante la mezz'oretta di viaggio che mi riporta a casa dal lavoro (quando non faccio troppo tardi...). E così ho potuto ascoltare un parte della loro telecronaca della XIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che quest'anno si è tenuta a Bari.
Qualche anno fa ho avuta la fortuna di incontrare di persona Don Ciotti, una persona dall'energia travolgente. La mafia è una di quelle piaghe come il riscaldamento globale, sembra inevitabile, e sembra che il singolo non possa farci niente. E forse è così. Ma io sono testarda e anche un po' illusa, e penso che mille piccoli gesti possano fare la differenza e che si debba fare almeno il minimo che si può.

E quindi ecco il mio veramente minimo-minimo, un bella zuppa di ceci coltivati sulle terre confiscate , condita con il peperoncino atomico della Cooperativa Valle del Marro. La ricetta è un'altro capolavoro del solito cavoletto e la trovate qui anche se rispetto alla sua io ho usato i ceci già cotti e imbarattolati precedentemente, in modo da prepararla più velocemente, una sera che avevo proprio voglia di una robina calda. In questo modo però i sapori non si sono amalgamati proprio alla perfezione, almeno lì per lì... Insomma, era buona ma la sera seguente, dopo la giusta meditazione era fe-no-me-na-le!! Grazie come sempre, Sigrid!! Di seguito la mia variante.


ZUPPA DI CECI MEDITABONDI

Per due persone:
Un barattolo di ceci cotti
cipolla 1/2
sedano 1 gambo
carota 1/2
limone 1/2, il succo
aglio 1 spicchio
cumino macinato 1 cucchiaino
crema di peperoncino 1 punta di cucchiaino
sale pepe nero macinato
sesamo per decorare
brodo vegetale circa... boh! a occhio ;)
olio evo

Tritare gli odori, e farli rinvenire in una pentola capiente insieme a 4 cucchiai di olio d’oliva, finché sisultino leggermente dorati. Aggiungere l’aglio, il cumino e una presa di pepe, e infine i ceci scolati. Far andare per un minuto, poi coprire con il brodo a temperatura ambiente, e portate a bollore il brodo (o anche meno, insomma, non bisogna stracuocere i ceci) Passato questo tempo, spegnere tutto, frullare la zuppa. Se avete tempo, fatela riposare un po' perchè i sapori si fondano per bene (l'ideale è una nottata in frigo). Poi scaldare, aggiungere tre cucchiai di succo di limone, mescolare, e servirla con un po’ di sesamo e cumino e ,se piace, una punta di pasta di peperoncino.



Una piccola nota sugli odori: essendo io una disorganizzata cronica dai minuti sempre contati cerco sempre di avere un po' di tutto in freezer. Ultimamente trito insieme cipolla, sedano e carota e li congelo nelle vaschette del ghiaccio (trovo ottime quelle morbidine di ikea) così ho il soffritto pronto ogni volta che mi serve.

lunedì 10 marzo 2008

Esperimento menoilluminante



Ce l'ho fatta per poco, ma ce l'ho fatta a scrivere questo post a meno di un mese dall'avvenimento... decisamente ho un piccolo problema con la gestione del tempo. Ringraziando Petula e ElenaC per il lavorone che hanno fatto raccogliendo tutte quelle ricette, mi piacerebbe sapere quale è stato il vostro menu per la sera del Milluminodimeno... perchè le preparazioni che ho postato io sono finite molto prima di arrivare a quel mitico venerdì! In ogni caso, la mia cenetta a lume di candela aveva come piatto forte un semplicissima pasta con zucchine, sesamo e gamberetti, che ho usato per sperimentare un metodo risparmioso di cottura della pasta. Prima di tutto presento la ricetta tradizionale e poi il resoconto dell'esperimento.


PASTA CON ZUCCHINE, SESAMO E GAMBERETTI

INGREDIENTI
1 cipolla, tritata
300 gr zucchine, tagliate a fettine sottili
uno spicchio d'aglio, schiacciato
1 cucchiaio di semi di sesamo
1 manciata di gamberetti sgusciati surgelati
350 gr pasta corta
olio, sale e pepe
menta, fresca o secca (facoltativa)

Mettere sul fuoco l'acqua per la pasta e mentre arriva ad ebollizione preparare il sugo: far appassire una cipolla tritata in 5-6 cucchiai d'olio, aggiungere le zucchine e lo spicchio d'aglio. Quando tutto sarà insaporito, aggiungere i semi di sesamo e cuocere a fuoco medio per 10 minuti, togliendo l'aglio se non piace. Nel frattempo, porre i gamberetti in una ciotola. Quando l'acqua giunge ad ebollizione, prima di salarla, versarne una mestolata sui gamberetti e lasciarli a scongelare per 3 minuti (io scongelo sempre così i gamberetti, perchè mantengono meglio il sapore). Qualche minuto prima di scolare la pasta, aggiungere i gamberetti al sugo e farli cuocere leggermente. Scolare la pasta al dente e saltatela con il sugo, regolando di sale e di pepe, aggiungendo, se piace, qualche fogliolina di menta.



Ora veniamo all'esperimento: qualche tempo fa avevo sentito per radio (forse proprio durante una puntata di Caterpillar) un metodo per cuocere la pasta "senza fuoco", ovvero portare a ebollizione l'acqua, salare, calare la pasta e lasciar cuocere la pasta per un minuto. Spegnere il fuoco, tappare la pentola (e qui è il difficile: occorre un coperchio che chiuda veramente bene la pentola!) e lasciar stare il tutto per il rimanente tempo di cottura della pasta.
Lo so che i puristi della pasta a questo punto smetteranno di leggere schifati, e anch'io la prima volta che l'ho sentita ho pensato che avrei mangiato la pasta cruda o tremendamente scotta... e invece... e invece... che vi devo dire, funziona! Funziona nel senso che la pasta esce cotta (nè cruda nè scotta... io l'ho tirata 30 secondi indietro perchè poi dovevo saltarla in padella) anche se forse la consistenza non è quella abituale e il metodo ha qualche controindicazione almeno per me che sono solita assaggiare la pasta per vedere se è "giusta" di sale e non so tenterei l'esperimento con gli spaghetti, in più questa cosa di stare con il cronometro in mano non è proprio per me!!
Se avete voglia di sperimentare, fatemi sapere gli esiti! E al perplesso marito libertà di commentare cosa ne ha pensato veramente... ;)