mercoledì 28 gennaio 2009

Gnocchi&Tigelle fanno le BFF...

...altro che ereditiere bionde(e no, non le dedico neanche un link che sennò aumenta di rank :P).
I pianeti si sono allineati, le costellazioni hanno triangolato, le comete hanno lasciato la scia, insomma, una serie di fortunati eventi ha fatto sì che una cara amica passasse da Bologna con tutta la famiglia. Appuntamento a pranzo di Domenica, le istruzioni erano precise: "Gnocco fritto e/o tigelle e/o Piadina. Non necessariamente in quest'ordine" recitava l'sms.
Semplice a dirsi, solo che bisogna mettersi d'accordo sulla terminologia.
La piadina la conoscono tutti, è il simbolo della Romagna, da Bologna in giù, insomma, anche se si potrebbe dissertare sulle differenze tra piadine spesse, che se non ho capito male sono tipiche della zona di Cesena, e piade sottili che si arrotolano, come le fanno a Rimini. Perchè la piadina ha forse più ricette della pastiera. Per motivi logistici l'appuntamento era Bologna centro, e purtroppo non sono ancora molto pratica di locali dove si faccia la piadina d.o.c.; anzi ogni suggerimento a questo punto è gradito, così magari la prossima volta riesco a fargli assagiare anche i crescioni.
Su gnocchi&tigelle sono più ferrata, anche se, a voler essere precisi, l'accoppiata è errata, in quanto le tigelle si mangiano a Bologna, in compagnia delle crescentine (fritte) e a volte la crescente (focaccia al forno); verso Modena le crescentine crescono in larghezza e lunghezza e diventano il Gnocco Fritto, per gli amici il Gnocchino.
No, non è un errore. In emilia è "il" Gnocco, mica uno Gnocco qualunque. E il gnocco si mangia con le... crescentine: non chiedete le tigelle a Modena che vi potrebbero servire, in vena di scherzi, le pietre refrattarie nelle quale le crescentine cuociono.
Confusi? Tranquilli, io ci ho messo solo due anni a capirci qualcosa. E non mi sono ancora spinta fino a Parma, dove il gnocco diventa la torta fritta.
Ricapitolando, a Bologna si mangiano Tigelle&Crescentine, a Modena Gnocco&Crescentine, e tra Bologna e Modena, salomonicamente, troverete i cartelli dei ristoranti che offrono Gnocchi&Tigelle.
Assodato che il pranzo si baserà su Tigelle e Crescentine, si pone il problema del dove: che l'abbuffata di crescentine, tigelle e salumi vari si fa sui colli bolognesi dove, si sa, qualcuno gira in vespa e il lambrusco sgorga dalle sorgenti.
Bologna centro invece è piena di osterie tipiche e di locali dove si mangiano kebab buonissimi, ma ignoro se esista una tigelleria vera e propria.

Per cui mi sono affidata alla cucina fusion. Che in questo caso niente ha a che vedere con latte di cocco, spezie strane e jambalaia, ma con dei friuliani intrapendenti che hanno capito che per far mangiare il loro San Daniele Doc ai bolognesi, bisognava servirlo su delle tigelle calde e delle crescentine appena fritte, accompagnandolo con fiumi di lambrusco. Non serve altro: Pane, vino e San Daniele, per un pranzo con degli amici che avevi tanta voglia di rivedere e che si son fatti tutti questi kilometri per te!

Così, dopo un numero imprecisato di cestini di tigelle e crescentine, taglieri di salumi buonissimi, crespelle con spinaci, frico morbido con patate e dolcetti vari, purtroppo è venuto il momento dei saluti. Ma tanto, si sa, non saranno una manciata di kilometri a dividere due BFF, specie se hanno in comune una smodata passione per la tavola.

A presto, teso'.

martedì 27 gennaio 2009

Basta fragole?!?!!

Fu l'accorato appello dei coinquilini quando, all'inizio dell'estate, un ripiano del frigo era sempre, perennemente, occupato da rutilanti cestini di fragole. E sì, dovetti ammettere, forse avevo un po' esagerato, la richiesta non reggeva il ritmo dell'offerta e qualche bellezza rossa rischiava di andare in ipermaturazione.
Così, all'epoca le frullai e le congelai nei soliti sacchetti usa-e-getta, in attesa di ispirazione. Ovviamente, la settimana dopo Giove Pluvio scatenato si portò via tutta la produzione di fragole per il resto dell'estate, ma questa è un'altra storia...
Volevo qualcosa di speciale per il mio rossissimo purè, e finalmente l'ispirazione si è materializzata sotto forma di budino!
Piccolo problema, io non avevo idea del peso originale del purè di fragole, quindi mi toccava andare a occhio e... qualcosa è andato storto! Insomma il budino non si è solidificato granchè e l'ho anche spatasciato tentando di tirarlo fuori dallo stampo in silicone (mi sa che per queste preparazioni il silicone non è il materiale più adatto). Il sapore, però, era buonissimo e fragolosissimo, per cui qualcosa con questa gelatina di fragole dovevo per forza farci...


BISCOTTINI ALLA FRAGOLA

Ingredienti per la gelatina di fragole:
(direttamente dal blog di Adele)
1 kg. fragole
2 limoni
300 gr. zucchero
90 gr. maizena

Ingredienti per la pasta frolla:
3 uova intere
175 gr burro morbido
150 gr zucchero
farina... quanto basta (e se ce n'è un po' di quella autolievitante da finire, va anche bene!)

Preparazione

Lavare le fragole e mondarle dalle foglie. Ridurle in purea utilizzando un robot da cucina. Spremere i due limoni e aggiungerli alla purea di fragole ottenuta.
Mettere in un tegame lo zucchero e la maizena e piano piano, sempre mescolando, aggiungere la purea di fragole. Cuocere a fuoco medio e fate bollire per almeno nove minuti. Versarlo nel più bel stampo che avete e mettere in frigo, lasciandolo tranquillamente a riposare le 24h richieste. Spatasciarlo completamente tentando di tirarlo fuori dallo stampo e realizzare che non sarà mai uguale a quella bellezza vista in foto. Rassegnarsi e buttarla in biscottini con un impasto inventato.
Battere il burro a crema con una frusta elettrica, aggiungere le uova intere e lo zucchero e montare fino ad ottenere un bel composto spumoso. Aggiungere tanta farina quanta ne serve per ottenere una consistenza impastabile, io l'ho lasciato abbastanza morbido comunque.
Non sapevo che forma dargli, per cui ne ho creato due versioni: ho fatto tante palline uguali. Alcune le ho schiacciate, direttamente nella teglia, con il pollice e poi ho riempito il buco con la gelatina. Altre le ho appiattite per bene (no, niente mattarello) a mo' di pizzette. Su una ho messo un po' di gelatina di fragole e poi ne ho sovrapposta un'altra, siggillando bene.
Cuocere in forno preriscaldato a 170°C per una ventina di minuti, o finchè non siano belli dorati.



Be' certo, immagino si possano preparare anche con della semplice marmellata ma poi il divertimento dov'è? Anzi ora che ci penso questa gelatina è da provare anche con qualche altro tipo di frutta!!

P.S. A forza di post fragolosi, ieri abbiamo avuto una mezza giornata di sole... sembra che funzioni!

venerdì 23 gennaio 2009

MacGuyver in cucina s'ingegna e s'impappina



Ormai ho preso la china fragolosa, quindi ecco un'altra ricetta preparata quest'estate in piena overdose di queste piccole bellezze, che in stagione trovo in molte (troppe!! tutte!!) bancarelle poste lungo il tragitto casa-lavoro.
Per motivi pseudo-etici ed economici cerco di non comprare troppa frutta e verdura fuori stagione, le fragole in particolare, per cui arrivo all'inizio dell'estate con uno spirito tipo Attila... che dove passo io non rimane più neanche una fragola!
Internet inizia a percolare ricette fragolose di ogni tipo, e ci ho messo un secondo a mettere a tacere quella vocina che mi ricordava che ogni ricetta fragolosa prevede di solito grandi quantità di zucchero-panna-ealtrecosechefannomaleechetrapocohailaprovabikini!!!
Veniamo a noi. Questo qui non è un gelato, nè un sorbetto, gli anglofoni lo chiamano "sherbet", che in italiano non so come si traduce, visto che è un termine che derivato dalla parola araba che in italiano è diventata sorbetto.
Perchè il sorbetto contiene solo frutta, zucchero e acqua, il gelato anche latte (o derivati) e uova, lo sherbet fa il finto light e elimina solo le uova. Che poi, a dirla tutta, non è neanche uno sherbet visto il metodo di preparazione, ma vabbè.


SHERBET ALLE FRAGOLE BALSAMICHE
o
SHERBET BALSAMICO DI FRAGOLE
o
SHERBET DI FRAGOLE ALL'ACETO BALSAMICO
o
STRAWBERRY BALSAMIC SHERBET
di PastryStudio, trovata grazie al solito Tastespotting, e non so come tradurla!!!

450 gr di fragole
150 gr di zucchero
1 cucchiaio di aceto balsamico tradizionale
120 ml di panna fresca

Frullare la frutta con lo zucchero e l'aceto fino a una consistenza cremosa. Tenere in frigo per 2-3 ore. Se non piacciono i semini, setacciare il purè di frutta. Aggiungere la panna e far addensare nella gelatiera.

E se la gelatiera non ce l'avete, ecco le McGuyver-soluzioni a vostra disposizione:

1) Soluzione per il McGuyver paziente e con tanto tempo a disposizione: Mettete una capiente teglia di silicone in freezer (quella per il plum-cake è perfetta) e versate il composto. Ogni mezz'ora andate a dargli una rigirata e lasciate in freezer finchè non abbiaraggiunto la consistenza desiderata. Si possono usare anche altri tipi di teglie o delle ciotole in plastica, ma trovo che il silicone crei la giusta barriera termica. Non fate come me che prima riempio la teglia in silicone e poi tento di raggiungere il freezer senza battezzare l'intera cucina con il contenuto della teglia (in quel caso, una granita al limone, ma questa è un'altra storia...).
2) Soluzione per il McGuyver con tanto spazio nel freezer e che riesce a pianificare cene e giornate: congelare il composto nelle vaschette del ghiaccio o nelle bustine usa-e-getta per fare le palline di ghiaccio. Una mezz'oretta prima di servire il dolce, tritarlo nel frullatore e rimettere in freezer (che poi, tirar fuori le palline congelate dalle bustine usa-e-getta non è esattamente un'operazione semplice ed indolore).
3) Soluzione per il McGuyver molto pignolo: congelare separatamente panna e purè di fragole nelle solite vaschette per il ghiaccio. Tritare la panna nel frullatore e poi unite i ghiacciolini di fragola e frullare ancora. Rimettere in freezer per una mezz'oretta prima di servire.
4) Soluzione per il McGuyver che non ha finito proprio tutto il corso di McGuyveraggine: applicare la soluzione 3, tritando però prima i ghiacciolini fragolosi e poi aggiungendo quelli di panna, che ovviamente sono più duri e non ne vogliono sapere di tritarsi per bene senza ridurre in frullato smolle i fragolini. Smettere di frullare prima di un disastro totale e rimettere in freezer per poi gustarsi un variopinto sherbet a macchioline bianche.

Da soli, perchè per i co-inquilini un gelato con la frutta non è un gelato.

Indovinate un po' quale soluzione è stata applicata da queste parti?


Piccola nota: per quanto un cucchiaio di aceto balsamico tradizionale di modena equivale quasi a mezza preziosissima boccettina, è assolutamente quello che si sposa meglio con questa ricetta. Ho provato a farlo con quello giovane ma il sapore agro fa troppo contrasto.

mercoledì 21 gennaio 2009

Ei fu...


...siccome immobile,
dato il vegetal sospiro
stette la foglia immemore
orba di basilicoso spiro,
così la Betta attonita,
percossa al guardo sta.


Ricetta fuori stagione, questa. L'ho fatta quest'estate ma non l'ho mai pubblicata. Poi una mattina l'inverno si è portato via il mio fido basilico per cui, onore al merito, gli dedico questa bella ricetta di cui è stato protagonista; anche per riportare un po' di colori d'estate in questo grigio inverno!! La ricetta originale la trovate qui , sito che ho scoperto grazie a quel grande album di figurine che è TasteSpotting ;) mentre le dosi le ho "tradotte" grazie all'utilissima guida di Adina!



GRANITA DI FRAGOLE AL BASILICO

4 tazze di fragole (circa mezzo kg)
1 tazza di acqua (240 ml)
1 tazza di zucchero (220 gr)
1 tazza di foglie di basilico (non pressate)

Far bollire acqua, zucchero e basilico, mescolando ogni tanto, finchè il composto si riduce leggermente e si addensa un po'. Setacciare per eliminare le foglie di basilico e lasciare raffreddare. Aggiungere le fragole e frullare. Versare il composto in una teglia rettangolare di metallo. Mettere in freezer per 20 minuti. Mescolare con un forchetta staccando i ghiacciolini che si saranno formati sulle pareti. Aspettare altri 20 minuti e ripetere l'operazione forchetta. Rimettere in freezer per altri 30 minuti e risforchettare subito prima di servire. Conservare in un contenitore a tenuta stagna.

Oppure, più semplicemente, congelare nelle vaschette del ghiaccio e frullare poco prima di servire ;)


Sarò sincera, la presenza del basilico in una preparazione dolce all'inizio mi aveva fatto un po' storcere il naso ma poi la curiosità ha avuto la meglio. L'autrice dice che serve a spezzare il dolce della fragola. Siccome sono una fervida sostenitrice del metodo scientifico sperimentale, di questa granita ho preparato due versioni: con e senza basilico. Devo dire che sì, il basilico ci sta benissimo, quella senza risulta alla lunga, un po' stucchevole. Ovviamente, non è avanzato niente ;)

giovedì 15 gennaio 2009

Tempo di Bilanci...

- Come tempo di bilanci?!?
- Be' sì, tempo di bilanci.
- Ma se sono appena cominciato! Falli del 2008 i bilanci!
- Già fatti, e devo dire che ha fatto un lavoro egregio, ora tocca a te.
- Ah, ma forse intendevi bilance... capisco, effettivamente ti ho visto un po' rotondetta ultimamente, stravizi delle feste?
- Non fare lo spiritoso caro il mio 2009, sto parlando di bilanci e sto parlando di te.
- Ma che cavolo vuoi sia mai successo in nemmeno 15 giorni?
- Forse ti sei distratto, per cui ti rinfresco la memoria: ho appena tamponato con la macchina nuova, la sera stessa, cucinando, mi sono conficcata il coltello nella punta del dito medio della mano sinistra.
- E vabbè ma tu mica sei mancina
- Sai com'è il mio lavoro consisterebbe nello scrivere documenti al computer, vedi te.
- Ma come sei lamentosa! Dai, ormai posso solo migliorare.
- Appena mi hanno detto questa frase ho sfasciato il minipimer. Se il buongiorno si vede dal mattino...
- ...
- Ecco, appunto vedi di rimetterti in carreggiata, tanto i miei desideri per il 2009 li ho già espressi, datti da fare!
- Evabbè, con tutti i guai che ci sono in giro mo' mi metto a pensare ai desideri tuoi!!
- Giustissimo, lascia stare le mie private voglie ma almeno datti da fare altrove. Il tuo collega è riuscito a far eleggere un presidente USA afroamericano, tu per batterlo puoi giusto far smettere di sparare dove sai.
- Ahem, ripensandoci...
- Ripensandoci un corno! Hop, hop, pedalare!!

E per le bilance?

CECI SPEZIATI CON SPINACI
Ricetta tratta dal Blog "Eat like a Girl" (Thanks Niamh!)

Per 4 persone
600 gr di ceci cotti
1 cucchiaino di semi di coriandolo
1 cucchiaino di semi di cumino
1/2 cucchiaino di curcuma
1/2 cucchiaino di garam masala
1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere
1 grosso spicchio d'aglio tritato
2 cm di zenzero fresco, finemente tritato
1 piccola cipolla, finemente tritata
1 cucchiaio di salsa di pomodoro
il succo di mezzo limone
2 manciate di foglie di spinaci freschi
Prezzemolo o coriandolo fresco tritato
Olio

Far tostare in padella (senza olio) i semi di cumino e coriandolo finchè non cominciano a scoppiettare, di solito ci vuole una trentina di secondi. Tritare nel mortaio le spezie tostate e mescolare con la curcuma, il peperoncino e il garam masala.
Soffriggere la cipolla nell'olio in una larga padella (la wok è perfetta) finchè diviene traslucida, aggiungere le spezie, lo zenzero e l'aglio e soffriggere per circa un minuto. Aggiungere la salsa di pomodoro e cuocere per un paio di minuti. Aggiungere i ceci, mescolando per distribuire bene le spezie, cuocendo finchè saranno caldi. Aggiungere le foglie di spinaci e mescolare finchè appassiscono. Togliere dal fuoco e aggiungere il succo di limone.

Servire come contorno o piatto unico, magari accompagnato da pane pita tostato e yogurt.

Questo piatto lo preparo spesso perchè amo il mix di sapori che si crea, e ogni volta nel mio frigo c'è un verde diverso da usare al posto degli spinaci: verza, cavolo cappuccio, radicchio, fate un po' voi, tanto viene buonissimo lo stesso. Il garam masala non sono mai riuscita a trovarlo, per cui qualche volta non lo metto e basta, altre volte uso la polvere di 5 spezie. Buon appetito!

giovedì 8 gennaio 2009

One potato, two potato....


Non so da voi, ma in queste vacanze di natale da me si è davvero esagerato, pardon, onorato la tavola. Insomma, non abbiamo tolto la testa dal piatto dal 24 al 29 (estremi inclusi)!! Che volete, i parenti e gli amici sono tanti, ognuno ti vuol festeggiare visto che è tanto che non ci vediamo ecc. ecc. E poi, insomma, anche quando avevamo programmato un pranzetto light, abbiamo scoperto che il locale dove volevamo andare a mangiare una caprese (l'insalata, non la torta, malpensanti!!) ha chiuso bottega da un po', quindi non è colpa nostra che gira che ti rigira siamo finiti a pranzare alla Friggitoria Vomero... Sì, vabbè, poi abbiamo anche bissato la sera, cosa non si fa per gli amici (Ciao Giò!! Ciao Orsola!!)
Quindi ora basta, il girovita è meglio non misurarlo per un po', e cercare di porre rimedio. Non parliamo proprio di dieta, visto che sarei assolutamente incapace di seguirla, ma di qualche ricetta un po' più light rispetto all'ultimo mese.
Cosa non può mancare in una dieta? Gli snack spezzafame!! Ma d'inverno sgranocchiare carote crude non è il massimo, e quindi finisce che poi mi faccio tentare da cose pià caloriche. Uno snack deve essere sfizioso e saporito altrimenti fa passare la voglia!!
Per cui ecco a voi la regina delle cose-che-non-si-dovrebbero-mangiare-da-tanto-che-fanno-male-ma-sono-tanto-tanto-buone... la patatina fritta. In versione non fritta. Ma croccante lo stesso. Giuro. Lo so che la patata è un po' calorica come alimento, ma i carboidrati saziano e migliorano l'umore e poi non c'è neanche una goccia d'olio!!
La ricetta originale l'ho trovata qui, un blog vegano pieno di spunti e di idee!!



PATATE FRITTE NEL MICROONDE

1 patata
sale
Spezie a piacere: paprika, pepe di cayenna, chili macinato ....

Sbucciare la patata (si può anche lasciare la buccia, se è sottile e piace). Affettare sottilmente la patata. Questo è un punto critico, la ricetta originale dice di affettarle il più sottilmente possibile, io trovo che vengano meglio (e diano più soddisfazione!!) non troppo sottili, un mezzo millimetro, ecco. Vi conviene fare qualche tentativo. L'importante è che le fette siano tutte di uguale spessore!!
Rivestire il piatto del microonde con cartaforno (o usare una teglia tonda in silicone, benedetto che l'ha inventato!!! ;) e disporre le fettine di patata a corona, procedendo dall'esterno verso l'interno, senza farle sovrapporre. Tenete conto che facendo più giri si modificano i tempi di cottura che sono fontamentali. Io di solito mi limito ad un paio di giri (nella foto ho riempito tutta la teglia e infatti non si sono cotte bene). Salare e cospargere le patate delle spezie preferite.
Mettere nel microonde e farlo andare alla massima potenza tenendo d'occhio le patate: si deve spegnere quando cominciano ad apparire delle macchioline marroni. Nel mio microonde, per i due giri di patate suddetti, ci vogliono circa 3 minuti, ma dipende dalla quantità di patate. Spegnere il microonde e far riposare per 1 minuto. Riaccendere il microonde alla massima potenza e cuocere finchè saranno dorate (a me sono bastati solo altri 3 minuti di cottura). Occhio a non bruciarle.
Ripetere il procedimento fino a esaurimento delle fettine.


Mi ci è voluto qualche tentativo per riuscirci (ma posso assicurarvi che nessuna patata è andata sprecata...) ma alla fine avevo delle croccantissime patatine non fritte.
L'autrice suggerisce anche una variante all'aceto, immergendo ogni fettina in aceto di mele prima di cuocerle. Non l'ho ancora provata ma qualcosa mi dice che sarà uno dei prossimi esperimenti...
E visto che Viviana ha concesso una proroga ai ritardatari, questa ricetta la iscrivo nella sua raccolta!!
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mercoledì 7 gennaio 2009

La prima lezione del 2009


Giorno di rientro al lavoro. Giove Nevio, il cugino di Giove Pluvio, ci aveva visitati di sfuggita il primo di gennaio, ma aveva fatto un spolverata leggera ed era finita lì. Per due centimetri di neve, la MATTINA DEL PRIMO GENNAIO ALLE ORE 11.00, erano già passati spazzaneve e spargisale per evitare la formazione del ghiaccio. Urca, organizzati da queste parti.
Ci siamo così goduti senza pericoli il paesaggio imbiancato, l'atmosfera rarefatta, i suoni ovattati. Mi è sempre piaciuta la neve. Sarà che da piccola avevo una "nonna del mare" e una "nonna della montagna" dalla quale si andava a sciare, per cui la neve mi riporta immancambilmente il suo ricordo. Potrei stare ore a guardare la neve che fiocca, o a osservare le nuove curve del paesaggio che la neve ti fa scoprire e quelle che al tempo stesso nasconde. Si riescono a contare i rami degli alberi ma non trovi più i gradini di casa.
Stamattina il marito mattiniero mi avverte che Giove Nevio ci stava riprovando. Io, che ho l'ingresso flessibile in ufficio (arma a doppio taglio per una dormigliona come me), mi giro placidamente dall'altro lato pensando che aspetto che la temperatura si alzi un po'.
Parecchie rigirate dopo, finalmente esco di casa. Qualche centimetro di neve sulla macchina, qualche fiocco cade ancora, ma niente di preoccupante.
Magari smette.
Non sono preoccupata, sono prudente in macchina, io. A casa mi chiamano la lumaca. Non vado mai forte. Le strade sono sgombre, basta andare con calma. La neve bisogna rispettarla, ci ricorda che per quanti progressi facciamo, la natura può fermarci quando vuole. Niente corse e colpi di testa, anche se sei in ritardo.
Arrivo in ufficio senza problemi. Giove Nevio è passato da "qualche fiocco" a "parecchi fiocchi", ma in fondo magari smette.
Al primo sguardo capisco che la giornata in ufficio sarà dedicata al cazzeggio selvaggio. Causa risistemazione uffici, hanno dovuto restringere gli spazi nel nostro open space per far posto a non so quante scrivanietavolinimobilettiarmadietti che di là non c'entravano... Vabbè, la situazione non è scomoda ma ovviamente vanno spostati tutti i fili di telefono, internet, ecc, ecc.
Un gran regalino di addio per il mio collega junior che è al suo terzultimo giorno di lavoro e che trovo infilato sotto la mia scrivania avvolto nei cavi UTP5 modello Lacoonte e l'idra... Tanto per togliergli ogni dubbio sul fatto se abbia fatto bene ad accettare un'offerta di lavoro più remunerata, più stabile e più formativa. Ma sospetto anche che c'entri qualcosa il fatto che io non valgo granchè come capo.
La mattinata passa controllando le mail accumulate, a prendere le misure dei nuovi spazi, a chiacchierare con i colleghi delle rispettive vacanze, e anche a lavorare, sì, ma con calma. I capi dei capi sono ancora in ferie ;)
Ogni tanto guardiamo dalla finestra. I "parecchi fiocchi" diventano via via "molti molti fiocchi", "tanti tanti fiocchi", "moltissimi fiocchi", "una caterva di fiocchi", "c... come viene giù". Il magari smette si fa sempre più improbabile.
Siccome per arrivare a casa devo fare delle stradine di campagna che probabilmente non vedranno lo spazzaneve neanche in foto, dopo pranzo decido di andare verso casa, prima del buio. Diligente, mi porto via il mio portatile che se le cose si mettono male, domani lavoro da casa.
La neve mi mette sempre di buonumore, per cui prendo con allegria persino lo scivolone nel parcheggio che mi ha sdraiato lunga distesa coprendomi di neve dal berretto agli stivali, borsa del portatile compresa. Spero che i miei colleghi non stessero alla finestra, o domani sai che sfottò.
Libero la macchina dalla neve e mentre metto in moto, ripasso mentalmente tutto quello che so sul guidare sulla neve: vai piano, non inchiodare, niente manovre brusche. So di non essere granchè al volante, per questo sono molto prudente.
Le srade si stanno gradualemte riempendo di neve. Spazzaneve non se ne vedono. Mi prendo i miei tempi, prima-seconda e prova freni in una stradina deserta. L'ABS risponde, la macchina frena. Mi sembra tutto ok, mi avvio verso casa, ma perchè quel camioncino è sempre più vicino? E perchè io non rallento?? Occazz... SBADABAM!!!

Ebbene sì. Ho tamponato. Niente sinistri da '92. Macchina nuova di pacca. Ecco cos'è la neve. Tenera e romantica come un orsetto polare, finchè lo vedi da lontano e non tenti di abbracciarla. Tsè.

Costatazione amichevole e via verso casa. Arrivata sana e salva, affogando il dispiacere in un the bollente. Corretto alla menta. Con i nocciolini di chivasso che mi ha portato la mamma. Ognuno si consola come può.

Sono indecisa su quale sia la prima lezione del 2009... forse dovevo restare a letto?

P.S. Sto bene, non mi sono fatta niente, ma che Blogleanno di m...